Berlusconi: accusa e difesa, dopo sette anni ancora polemica

"Verità per Berlusconi" e "Giustizia per Berlusconi" sono le scritte sui cartelloni issati in Aula alla Camera ad inizio di seduta dai deputati di Forza Italia al termine dell'intervento della Capogruppo Mariastella Gelmini
"Verità per Berlusconi" e "Giustizia per Berlusconi" sono le scritte sui cartelloni issati in Aula alla Camera ad inizio di seduta dai deputati di Forza Italia al termine dell'intervento della Capogruppo Mariastella Gelmini a Roma, 30 giugno 2020. ANSA/FORZA ITALIA EDITORIAL USE ONLY NO SALES

ROMA. – Polemiche roventi sulla sentenza della Corte di Cassazione dell’agosto del 2013 nel procedimento Mediaset in cui era coinvolto, per frode fiscale, l’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi. A sette anni di distanza difesa e accusa, in un duello a distanza, ribadiscono le proprie convinzioni su quella pronuncia.

A scatenare il “dibattito” gli audio di Amedeo Franco, relatore della sezione della Suprema Corte che emise la sentenza e morto lo scorso anno, in cui parla di “plotone di esecuzione” e di verdetto “manovrato dall’alto”. Affermazioni respinte dal giudice Antonio Esposito che presiedeva la terza sezione feriale. “Non ho mai, in alcun modo, subito pressioni né dall’alto né da qualsiasi altra direzione”, afferma spiegando di non avere ricevuto “pressioni dalla Procura della Repubblica di Milano con la quale non ho mai avuto contatti”.

Il professore Franco Coppi quel giorno di sette anni fa se lo ricorda bene. Primo agosto 2013, giornata torrida a Roma, una aula della Cassazione gremita di giornalisti. “Sono sempre stato sorpreso da quella sentenza”, afferma il penalista, storico legale di Silvio Berlusconi, e nel pool difensivo anche di quel processo. “Una decisione – aggiunge Coppi – che andava contro la giurisprudenza che quella sezione della Corte di Cassazione aveva ed ha sempre applicato e che era in favore della tesi di Berlusconi”.

Una ricostruzione falsa per Esposito. “Non è assolutamente vero che la III sezione avesse adottato in casi analoghi a quello del Berlusconi decisioni di segno diverso da quello adottato dalla sezione feriale – afferma il giudice -. E’ vero esattamente il contrario tant’è che i precedenti della sezione vengono riportati in motivazione, e a sostegno di essa e tra essi è riportato anche quello della sentenza, sempre della III sezione, che rigettava il ricorso di Frank Agrama e che riguardava la medesima imputazione”.

Coppi, in passato difensore di Giulio Andreotti nello storico processo in cui l’ex presidente del consiglio venne assolto a Palermo dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, non nega di essere sorpreso dagli audio di Franco. “Una cosa del genere non mi era mai capitata in tutta la mia lunga carriera – aggiunge il penalista – Il giudice Franco è sempre stato considerato come un magistrato preparato e un galantuomo”.

Il difensore dell’ex presidente del Consiglio ritorna con la mente a quel giorno di agosto. “E’ evidente che Franco – aggiunge – si sia trovato in minoranza in camera di consiglio, una camera di consiglio dove, a sentire lo stesso relatore, non ci fu neanche discussione”.

Ma su questo punto il giudice Esposito afferma che “la sentenza fu adottata all’unanimità: Il giudice Franco prese parte, unitamente agli altri componenti, alla stesura della motivazione, approvata all’unanimità, in un’apposita camera di consiglio di cui venne redatto verbale sottoscritto da tutti i componenti che poi sottoscrissero la motivazione firmando ogni foglio della sentenza”.

Le intercettazioni sono già state “annunciate” alla Corte Europea sui diritti nel supplemento di istanza fatta dai difensori di Berlusconi. “Invieremo gli audio e speriamo, a questo punto, che i giudici di Strasburgo fissino una udienza. I giudici potrebbero non annullare la sentenza ma individuare eventuali lesioni al diritto di difesa o offrire elementi per un eventuale revisione del processo”, conclude Coppi.

(di Marco Maffettone/ANSA)

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