Immuni al palo, la usano solo quattro milioni di Italiani

Un infografica su uno smartphone mostra cosa è e come funziona l'App Immuni,
Un infografica su uno smartphone mostra cosa è e come funziona l'App Immuni, Roma, 21 aprile 2020. ANSA/ETTORE FERRARI

ROMA. – Dopo mille peripezie Immuni funziona, ma solo tecnicamente. Tra gli italiani l’app di monitoraggio del contagio non ha fatto breccia e a scaricarla, pur in piena ripartenza, sono state solo 4 milioni di persone. Un andamento che, di fronte ai nuovi focolai di Covid nati da Nord a Sud del Paese, soddisfa ben poco il governo, pronto ad un vero e proprio appello all’utilizzo del sistema, a discapito delle simili applicazioni lanciate dalla singole Regioni, giudicate poco utili negli spostamenti di lavoro e ormai anche di vacanza.

“L’app tecnologicamente e tecnicamente sta funzionando”, ha sottolineato il ministro dell’Innovazione, Paola Pisano, fornendo i dati aggiornati sul download. Immuni “si sta integrando bene con il sistema sanitario, non più sotto pressione come prima: dialoghiamo settimanalmente con tutte le Regioni”, ha spiegato insistendo però proprio sul fatto che, nella Fase 3, la necessità è di un’app “unica, altrimenti non si ha il controllo dei dati e non si riescono a individuare focolai di ammalati”.

Un messaggio arrivato in modo ancora più esplicito dal ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, che, insieme al viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, ha invitato “tutti quanti a scaricare l’app che serve a proteggerci a livello nazionale. Non bisogna fare delle app per le singole Regioni, occorre – ha spiegato – avere una protezione a livello nazionale”.

A lanciare sistemi di tracciamento simili sono state diverse Regioni (come Lombardia, Sicilia e Sardegna), con esiti differenziati tra i cittadini a seconda della diffusione del contagio. Stando ai dati di metà giugno, quella della Lombardia, AllertaLom, sarebbe stata scaricata da 1,3 milioni di persone.

In Sicilia è stata invece messa a disposizione “SiciliaSiCura”, nome simile a quello scelto dalla Sardegna per “SardegnaSicura”, disponibile dal 12 giugno soprattutto per i turisti in arrivo nell’isola per le vacanze estive. Se Immuni non è finora decollata, una vera e propria impennata ha riguardato invece lo Spid, il pin unico per l’identità digitale necessario per accedere ai servizi della pubblica amministrazione ed utilizzato per fare richiesta delle misure del decreto rilancio.

“Siamo ad 8 milioni”, ha illustrato Pisano, parlando di “un’accelerazione” nell’ultimo periodo, soprattutto “questa settimana, con 200 mila cittadini che lo hanno chiesto”. L’identità digitale è infatti legata all’app ‘Io’, necessaria per chiedere e usufruire del ‘bonus vacanza’, attivo dal primo luglio. (ANSA).

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