Pil Usa cala del 5%. Arriva stretta Fed su banche

Operatori nella Borsa di New Yopk.
Operatori nella Borsa di New York. a Wall street. EPA/JUSTIN LANE

NEW YORK. – L’economia americana si contrae del 5% nel primo trimestre. E il peggio deve ancora venire: il periodo aprile-giugno si prospetta come il peggiore in termini di contrazione economica dal 1947.

Solo dopo si potrebbe voltare pagina ma all’orizzonte c’è una ripresa lenta e soprattutto incerta, come indicano anche le richieste di sussidi alla disoccupazione, saldamente sopra il milione da 14 settimane consecutive.

Agli Stati Uniti, afferma S&P, potrebbero volerci due anni affinché l’economia torni ai livelli della fine del 2019. É in questo quadro che la Fed scende in campo. La banca centrale americana ordina alle maggiori 34 banche del paese di limitare i dividendi nel terzo trimestre, vietando qualsiasi aumento.

Bloccati anche i piani di buyback.”Il sistema bancario resta ben capitalizzato anche negli scenari” di maggiore contrazione, spiega il vice presidente della Fed, Randal Quarles, osservando però come nel caso di una ripresa a U o a W alcune società finanziarie “potrebbero raggiungere livelli minimi di capitale” con il rischio di conseguenze pesanti anche per la ripresa.

La decisione della Fed non è stata presa all’unanimità. La governatrice Lael Brainard avrebbe preferito lo stop totale della distribuzione dei dividendi. La mossa della Fed mostra le preoccupazioni della banca centrale di fronte a un’economia in difficoltà e sulla quale gravano pesanti rischi al ribasso.

La Fed non vuole ritrovarsi in una situazione simile a quella del 2008 sul fronte del sistema bancario, anche perché questa volta l’attenzione è tutta sull’economia reale.

Nonostante il quadro preoccupante e il balzo dei casi di coronavirus in quasi la metà degli stati americani, Wall Street tiene con i listini che dopo un avvio in calo girano in positivo, lasciandosi alla spalle lo scivolone di mercoledì e riprendendo a correre.

Una corsa che va avanti da settimane e che appare, come sottolinea anche il Fondo Monetario Internazionale, non connessa con la realtà economica. A dispetto del susseguirsi di dati negativi, inclusa la fiducia dei consumatori, Wall Street e i mercati finanziari hanno infatti continuato a correre.

“É emersa una mancanza di connessione fra i mercati finanziari e l’evoluzione dell’economia reale, e questa è una debolezza che rischia di minacciare la ripresa nel caso in cui l’appetito per il rischio degli investitori dovesse svanire”, afferma il Fondo, sottolineando come la divergenza alimenta i dubbi sulla sostenibilità del rally se non fosse per l’appoggio delle banche centrali.

Nell’aggiornamento al Global Financial Stability Report, il Fmi invita le autorità mondiali a a monitorare la stabilità finanziaria, sulla quale potrebbero pesare l’elevato indebitamento delle famiglie ma anche le insolvenze che rischiano di rappresentare un vero e proprio test per la resilienza delle banche.

Da qui l’invito del Fondo alle banche a sospendere la distribuzione di dividendi e i loro piani di buyback così da rafforzarsi e poter navigare la crisi senza precedenti del coronavirus senza far mancare il sostegno all’economia.

Gli istituti di credito, mette in evidenza Tobias Adrian del Fondo, si sono affacciati all’emergenza coronavirus in una posizione ben più solida di quella della crisi del 2008.

Nel corso degli anni infatti le banche si sono rafforzate grazie anche alle nuove regole imposte. Norme che, almeno negli Stati Uniti, iniziano a vacillare sotto la spinta della deregulation. Un esempio è la Volcker Rule, di cui le autorità hanno disposto un allentamento.