La maggioranza si conta al Senato, nodo M5s

Il Premier Giuseppe Conte, durante l'informativa al Senato sulle misure anti Coronavirus prese dal governo.
Il Premier Giuseppe Conte, durante l'informativa al Senato sulle misure anti Coronavirus prese dal governo. ANSA / FABIO FRUSTACI

ROMA. – I “numeri” del Senato preoccupano la maggioranza in allerta per le voci di nuove possibili defezioni in casa 5 Stelle. E non basta a placare le ansie il tentativo del ministro pentastellato Federico D’Incà di rassicure sui numeri e la tenuta della maggioranza.

“Ieri abbiamo perso un’altra senatrice M5S passata alla Lega e mi dispiace molto ma al Senato siamo ben sopra alla maggioranza di 160: siamo a 170 senatori della maggioranza stabili. Non abbiamo un problema di numeri” assicura il ministro per i Rapporti con il Parlamento. Gli alleati non sono così ottimisti.

Per loro i conteggi di D’Incà sono sovrastimati e non di poco: ad oggi la lancetta dei senatori schierati con l’attuale maggioranza oscillerebbe tra i 166 -167 possibili voti. Numero insidiato dai timori di nuove possibili uscite dal M5s: due, anche tre senatori, si dice. Se così fosse il vantaggio rispetto al fatidico numero 161, quello della maggioranza assoluta, sarebbe risicatissimo.

L’attenzione, a quanto si apprende in ambienti parlamentari, è ora focalizzata sulle possibili mosse di un senatore e di una senatrice del Movimento: Mattia Crucioli e Tiziana Drago. Il primo, componente della Giunta per le immunità e la seconda, segretario della commissione Finanze e Tesoro di Palazzo Madama.

Di loro i “rumors” dicono che potrebbero raggiungere al gruppo Misto Gianlugi Paragone, il giornalista transfuga dal Movimento e che pochi giorni fa ha annunciato di lavorare costituzione di un movimento politico che abbia “come primo obiettivo l’uscita dell’Italia dall’Ue e dall’euro”. E Crucioli, ad esempio, è nella lista dei senatori più a rischio per la maggioranza nel caso di un voto sul Mes.

I numeri ballerini, intanto, non consentono al gruppo 5 Stelle di dare l’aut-aut ai senatori che fanno restistenza sulle “restituzioni”. Un fatto che, ovviamente, rischia di creare nuovi malumori tra i parlamentari che regolarmente versano la loro quota di indennità.

I versamenti del 2020 dei parlamentari sono in moltissimi casi ancora in ritardo ma tra tutti emergono due senatori che non “restituiscono” dallo scorso anno: Marinella Pacifico che, stando a quanto pubblicato sul sito M5s Tirendiconto.it, non versa da giugno 2019. E Fabio Di Micco che risulta in arretrato dallo scorso settembre.

Non bastasse questo, la battaglia dentro il Movimento per la prossima leadership alimenta nuove situazioni di fibrillazione. Molti parlamentari, ad esempio, criticano nelle loro chat l’attivismo della vicepresidente del Senato, Paola Taverna, che in questi giorni sta conducendo un “tour” on-line per l’Italia per promuovere le misure varate da questa maggioranza: “E’ un flop totale” commenta chi ha letto i dati dei collegamenti agli appuntamenti trasmessi sulla pagina Fb del Movimento.

L’ultimo, raccontano, avrebbe totalizzato 600 collegamenti ed anche i precedenti non hanno superato quota 1.000 rispetto ad un pagina che raccoglie quasi un milione e mezzo di follower. Attacchi che sottintendono il tentativo di sbarrarle la strada nel caso in cui avesse ambizioni per la leadership.

Tema ancora aperto nel dibattito pentastellato mentre si fa largo sempre di più l’ipotesi di convocazione degli stati generali ad ottobre. Il deputato e presidente dei Commissione Sergio Battelli taglia corto: ” parlare ora di leader e’ come voler costruire una casa partendo dal tetto” dice.

Sui numeri intanto l’opposizione gongola. Matteo Salvini da tempo segnala lo sbriciolamento della maggioranza. Fi sembra andare all’incasso.” Può un governo che si regge su una manciata di senatori far ripartire il Paese? Conte avvii subito una reale e concreta collaborazione con le opposizioni” commenta la capogruppo a Montecitorio Mariastella Gelmini. ” Il M5S ha tradito i suoi elettori alleandosi con chiunque pur di mantenere le proprie poltrone. L’unica soluzione è il ritorno al voto ” taglia corto invece il capogruppo di Fdi Francesco Lollobrigida.

(Di Francesca Chiri/ANSA)

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