Ira Trump per Tulsa, nuova stretta su visti lavoro

Barack Obama durante una conferenza stampa nella presentazione della Fondazione Obama..
Barack Obama durante una conferenza stampa nella presentazione della Fondazione Obama.. Immagine d'archivio. EPA/FAZRY ISMAIL

WASHINGTON. – A pochi giorni dal flop di Tulsa, il comizio che doveva rilanciare Donald Trump e che invece ha finito per trasformarsi in un boomerang, e’ l’ora di Joe Biden. E l’ex vicepresidente, nel momento di grande difficoltà del tycoon, prova l’affondo giocando la carta più preziosa: la presenza al suo fianco, per la prima volta da quando è iniziata la campagna elettorale, di Barack Obama.

Intanto la Casa Bianca vara una nuova stretta sui visti di coloro che vogliono entrare negli Usa per lavoro: la sospensione del rilascio della carte verdi viene prorogata fino a dicembre e il giro di vite viene esteso ad altre categorie di visto.

L’obiettivo del decreto, messo a punto dal consigliere político del tycoon, Stephen Miller, é quello di tagliare drásticamente gli arrivi di lavoratori stranieri, anche altamente qualificati in un momento di rallentamento dell’economia a causa della pandemia. Dunque, un ritorno al centro della dottrina dell’America First, anche se la norma é fortemente avversata dalla Silicon Valley e da molte altre imprese.

Biden e Obama appariranno insieme per una “raccolta fondi virtuale” e Biden spera di ricevere l’ulteriore spinta per consolidare il vantaggio nei sondaggi. “Raggiungerò il mio amico Joe per parlare di tutto ciò che e’ in gioco in queste elezioni”, ha affermato Obama, che lo scorso aprile ha dato l’endorsement all’amico con cui per ben otto anni ha condiviso l’esperienza alla Casa Bianca.

“Questo è un momento critico e cruciale della nostra storia e tutti noi dobbiamo fare la nostra parte per trasformare questo Paese in ciò che sappiamo può essere”, ha twittato l’ex presidente, ancora molto popolare e in grado di generare quell’entusiasmo che spesso con difficoltà Biden riesce a trasmettere. Entusiasmo che, forse per la prima volta, anche Trump sembra riuscire a trasmettere con maggior fatica.

L’enorme delusione per il fiasco del suo primo comizio dopo lo stop obbligato per la pandemia é tutta in quella caminata stanca e in quel viso pieno di rammarico mentre scende dal Marine One sul prato della Casa Bianca, di ritorno dal’Oklahoma: la camicia sbottonata, la cravatta rossa slacciata, lo sguardo affranto, raramente il tycoon è apparso così, nemmeno ai tempi dell’impeachment.

Nelle prossime ore sarà a Phoenix, in Arizona, un’altra delle aree in cui si sta registrando un picco dei contagi. Stavolta non sarà un comizio, ma un incontro con un gruppo di giovani sostenitori, anche se la paura di un nuovo mezzo fallimento è tanta.

Il flop di Tulsa cambia i piani, e in molti si chiedono quanto tempo a questo punto bisognerà aspettare per rivedere un vero e proprio comizio in stile “Make America Great Again”. Forse solo a fine agosto a Jacksonville, in Florida, dove il tycoon ha intenzione di ricevere la nomination repubblicana.

Intanto nell’entourage del presidente si è alla resa dei conti. L’ira contro il manager della campagna elettorale, Brad Parscale, sale di ora in ora, e c’e’ chi parla di un possibile siluramento a breve. La sua colpa sarebbe stata quella di ingigantire le aspettative per un evento, a Tulsa, dove si era detto erano attese almeno 100 mila persone e al quale invece si sono presentate in poche migliaia.

E quell’immagine degli spalti vuoti dell’arena del Bok Center resteranno come una ferita per il tycoon, già in crisi di immagine per la gestione della pandemia e per l’ondata di proteste che ha investito tutta l’America, arrivando ad assediare come non mai la Casa Bianca.

Intanto l’ex consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton, una volta suo fidato alleato, continua ad essere una spina nel fianco, dopo la pubblicazione del suo libro contro il presidente. “A novembre votero’ per Biden”, ha dichiarato Bolton a un quotidiano britannico, salvo fare poi una parziale retromarcia: “Non voto per Trump, ma neppure per Biden”.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

Lascia un commento