La prima auto sul Ponte di Genova, ma c’è il ‘caso-collaudo’

Pietro Salini, Ad della società Webuild era a bordo della prima automobile che ha attraversato il nuovo Ponte di Genova
Pietro Salini, Ad della società Webuild era a bordo della prima automobile che ha attraversato il nuovo Ponte di Genova, 22 giugno 2020. ANSA/WEBUILD

GENOVA. – L’ad di Webuild Pietro Salini non si toglie mai gli occhiali scuri: forse perché il sole picchia duro, forse perché è davvero emozionato mentre percorre, per la prima volta, il ponte di Genova sul torrente Polcevera. L’ha fatto stamani in auto, assieme a un gruppo dei suoi ‘ragazzi’.

Al volante Nicola Meistro, ad di PerGenova, il consorzio Webuild-Fincantieri che ha realizzato l’opera. Meistro ha guidato piano: prima la lunga galleria poi all’improvviso il ponte. L’auto rallenta, fa lo slalom tra i mezzi dei tecnici che ancora lavorano sul cemento della soletta, poi, una volta arrivati a metà, Meistro ha fermato l’auto e Salini è sceso.

Se l’è guardato tutto nella sua lunghezza, 1.036 metri di acciaio e cemento. Ha camminato con le mani in tasca per 500 metri, poi è tornato indietro. Chi era con lui ha detto: “Era contento. Di più: era felice”. “Sono orgoglioso. Sono soddisfatto e sono orgoglioso” dice Salini, e aggiunge una frase che la dice lunga su quanto abbia contato questa opera nel suo modo di essere imprenditore: “Sono orgoglioso di questi ragazzi e di queste ragazze che hanno fatto questa cosa con le mani”.

“Lo guardi, eccolo lì – dietro le lenti scure ripercorre con gli occhi la linea del ponte che splende al sole – Abbiamo cominciato meno di un anno fa e ora sta lì. L’abbiamo fatto, sta lì. Abbiamo rispettato tutto, l’abbiamo fatto in piena legalità, non c’è stato un infortunio”.

Il giorno dell’inaugurazione , quando verrà tagliato il nastro di un’opera così importante, ci saranno tutti. Forse anche il Presidente Sergio Mattarella, senz’altro il governo, soprattutto il commissario straordinario Marco Bucci e il governatore Toti la cui determinazione nell’ottenere il rispetto dei tempi di consegna di un’opera così vitale per Genova e per il Nord Ovest in generale è conosciuta da tutti.

“Noi ci siamo presi una grande responsabilità – dice ancora Salini -. Non era affatto scontato che ci si sarebbe riusciti, le difficoltà da affrontare sono state tante. Questo 2020 – ricorda con un mezzo sorriso – è stato l’anno con il tempo meteorologico più cattivo di sempre a Genova, poi c’è stato il Covid19… Eppure guardate, ci siamo riusciti. E’ stato un grande risultato di tutte le persone, e sono state tante, che hanno lavorato all’unisono: le istituzioni, le imprese private. E’ un esempio per il Paese”.

Tutto perfetto dunque? No, c’è il ‘caso collaudo’ e a sollevarlo è proprio Marco Bucci: “abbiamo urgenza di sapere a chi dobbiamo consegnare il ponte e chi si dovrà occupare del collaudo finale – ha detto -. È un passaggio obbligato per aprire il ponte, mentre il collaudo statico e tutti gli altri collaudi li faremo noi. Se non arriveranno risposte – ha concluso -, ho già detto che siamo pronti a risalire il Tevere in barca”.

Il messaggio al Governo è chiaro: è necessario spicciarsi a decidere sulle convenzioni autostradali. Perché il ponte di Genova, sia esso un monito per la memoria o l’esempio di un ‘modus faciendi’ che non ha precedenti in Italia, sia un simbolo di rinascita o la dimostrazione del bisogno di bellezza è, ormai, praticamente pronto.

(di Chiara Carenini/ANSA)

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