Conte chiama le opposizioni, il centrodestra stavolta apre

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, partecipa agli incontri della settima giornata di "Progettiamo il Rilancio".
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, partecipa agli incontri della settima giornata di "Progettiamo il Rilancio". (Ufficio Stampa Palazzo Chigi)

ROMA. – Transizione energetica ed ecologica, digitalizzazione dei servizi, infrastrutture, insieme a misure puntuali come incentivi per le assunzioni e sgravi sugli affitti. Ma soprattutto: attenzione ai territori, per consentire una crescita sociale di tutto il Paese.

Il premier Giuseppe Conte mette in fila le azioni da compiere per “creare ora le premesse per un recupero di produttività e Pil”. Non solo i fondi europei: anche alle società partecipate dallo Stato viene chiesto di fare la loro parte, a sostegno soprattutto delle aree più svantaggiate del Paese. Serve il contributo “concreto” di tutti, è il messaggio che, alle battute finali degli stati generali dell’economia, il premier porta ad amministratori delegati, comuni cittadini e ai giovani di Fridays for future.

L’ambiente, è la promessa, sarà uno dei cardini del piano di rilancio, insieme a modernizzazione e inclusione sociale. L’ossatura del piano si conoscerà la prossima settimana. Prima Conte vuole ricucire lo strappo e riportare al tavolo di Palazzo Chigi l’opposizione. L’invito non è ancora partito ma l’incontro potrebbe avvenire la prossima settimana: Giorgia Meloni è pronta ad andare per “svelare il bluff”, da Fi fanno sapere che si deciderà “tutti insieme” ma il Cav non si sottrarrà e anche dalla Lega, dopo un’iniziale chiusura, aprono a un confronto purché sia a Chigi o in Parlamento.

In conferenza stampa, domenica sera, il presidente del Consiglio presenterà le prime proposte “concrete” per il rilancio. E rinnoverà l’appello a Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi a sedersi al tavolo. Ha già promesso che il piano sarà presentato in Parlamento. Il Recovery plan per l’utilizzo dei fondi europei sarà pronto a settembre. Ma anche per avere più forza al tavolo Ue, vorrebbe presentare entro l’inizio di luglio un primo programma condiviso anche con l’opposizione.

Dal centrodestra viene però la richiesta di non ridurre l’occasione a mero ascolto ma di accogliere sul serio le proposte. “Non abbiamo bisogno di ville o sfilate”, dicono i salviniani aprendo alla possibilità di sedersi a Palazzo Chigi. Giorgia Meloni è assai critica ma dice sì: “Siamo disponibili al confronto ma per svelare il bluff chiederemo conto al premier delle proposte di buon senso che abbiamo presentato al decreto rilancio e che anche stavolta la maggioranza sta bocciando a raffica”. Chi spinge da tempo per stare al tavolo è Silvio Berlusconi. Ma anche lui avverte: “Non basta l’ascolto puramente ‘formale’ senza tener conto delle nostre indicazioni, è un comportamento del tutto inadeguato”.

La maggioranza attraversa un nuovo periodo di turbolenze, anche per il riaccendersi del dibattito interno a M5s e Pd. In Senato i numeri sono precari e, come dimostra il caso del decreto elezioni, l’incidente dietro l’angolo. Non tutti i nodi del decreto semplificazioni, atteso la prossima settimana in Cdm, sono sciolti. Al tavolo della modifica dei decreti sicurezza si consuma un braccio di ferro che difficilmente si chiuderà prima di luglio. Sulle missioni, la Libia in particolare, si annunciano turbolenze. Senza considerare l’atteso snodo cruciale del voto sul Mes.

Ma al penultimo giorno di stati generali, il premier si mostra convinto che il metodo di “progettare insieme” il piano di rilancio pagherà (“Siamo i primi in Europa a farlo”). Siedono a Villa Madama i vertici delle società partecipate. Con Conte e i ministri, da Gualtieri a Boccia, Patuanelli, Provenzano, si discute di temi come le reti, il sostegno alla transizione energetica ovunque, l’accelerazione per il superamento del carbone, la Cyber security e investimenti come quello di Leonardo sui 400 Leonardo labs, nonché quello di Poste con la digitalizzazione dei servizi.

Investire sui territori, è la parola d’ordine. Perché in un “quadro di grande incertezza” i “gap”, sottolinea Conte, siano colmati e non aumentino. Il premier invita al tavolo anche alcuni cittadini che gli hanno scritto, da un musicista a un direttore d’hotel, a un commerciante di scarpe.

Con loro discute di cassa integrazione, tax credit, taglio del cuneo, bonus autonomi, sgravi fiscali sugli affitti. Greenpeace e i giovani di Fridays for future si presentano invece con le loro piattaforme di proposte per l’ambiente. Perché, sottolineano i giovanissimi attivisti del movimento per il clima nato sulle orme di Greta Thunberg, “la transizione ecologica è l’unica strada percorribile per rialzarci dalla crisi economica: serve un #Ritornoalfuturo”.

(di Serenella Mattera/ANSA)

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