Tortu: “Ripresa bel segnale ma in silenzio è strano”

Lo sprinter Filippo Tortu mostra la maglietta delle "fiamme gialle" autografiata.
Lo sprinter Filippo Tortu. A(NSA)

MILANO. – Dopo il lockdown, gli allenamenti senza palestra e i primi scatti con l’obbligo di indossare i guanti di lattice, Filippo Tortu fa i conti con l’ultima restrizione rimasta in pista.

“Ancora bisogna correre a corsie alternate, ed è assurdo visto l’assembramento che invece c’è nelle partite, in area, per un calcio d’angolo”, sottolinea all’ANSA il recordman italiano dei 100 metri, testimonial di #Sport4Recovery, la campagna globale che ha l’obiettivo di incoraggiare i responsabili politici a riaprire in sicurezza lo sport organizzato il prima possibile e con il massimo livello di sicurezza.

“Lo sport può servire da modello per altri settori della società nel dimostrare e promuovere l’organizzazione di attività sicure e controllate e chiediamo alle organizzazioni sportive di tutto il mondo di unirsi al nostro movimento”, è l’appello di Sarah Lewis, segretario generale della Federazione internazionale sci, una delle federazioni e leghe (fra cui anche Lega Serie A, Federgolf, Cev, Fiba, Infront) che hanno condiviso la presa di posizione per sottolineare lo stato di incerteza che l’emergenza coronavirus ha prodotto sullo sport, dai professionisti alle centinaia di migliaia di addetti, dallo sport di base ai settori giovanili passando per gli amatori.

Fra le richieste a politica e istituzioni contenute nel manifesto di #Sport4Recovery, c’è quella di tutelare il settore dello sport da ulteriori danni economici e strutturali, supportando attivamente lo sviluppo di un percorso sostenibile per la riapertura in massima sicurezza per tutte le persone coinvolte.

Semplificare le norme di viaggio e di trasferta nazionali e internazionali per atleti élite, squadre e funzionari, in linea con i protocolli di salute pubblica e sicurezza; considerare le esigenze di ogni singola disciplina; supportare gli sport femminili sia a livello di base, sia di élite e tenere conto dell’importanza dello sport per le persone diversamente abili.

Inoltre si chiede di applicare allo sport gli stessi principi di sicurezza stabiliti per altri settori (come ad esempio teatri, cinema, ristoranti), permettendo agli spettatori di partecipare a gare e partite dal vivo e consentendo la riapertura di club e strutture sportive amatoriali.

Con le attuali limitazioni, Tortu su prepara alla suo primo meeting a porte chiuse, la Fastweb Cup del 4 luglio, organizzata da Sprint Academy a Rieti, dove un anno fa l’azzurro stabilì il personale di 9″97, non omologato però per il vento, nel tripudio del pubblico.

“Spero che cambi anche questo, non solo il protocollo sulle corsie – nota lo sprinter -. A porte chiuse sarà un po’ impressionante. Nei 100 metri il silenzio è bello quando stai sui blocchi, ma solo perché è seguito dal boato”, spiega lo sprinter, convinto che tornare a gareggiare “è comunque un bel segnale dopo aver visto slittare le Olimpiadi e annullare gli Europei”.

Fra le “vittime” dello stallo dello sport ci sono anche i bambini: “Non possiamo tenerli bloccati, hanno un bisogno físico di muoversi – nota il mental coach Roberto Re, fra i testimonial della campagna -, dobbiamo dargli la possibilità di correré dietro un pallone e fare altri sport, anche perché pare che siano gli unici immuni”.

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