Sbarchi, la maggioranza cerca intesa sul decreto Salvini

L'ingresso in porto della nave umanitaria tedesca Sea Watch 3. Messina, 27 febbraio 2020.
L'ingresso in porto della nave umanitaria tedesca Sea Watch 3. Messina, 27 febbraio 2020. ANSA/CARMELO IMBESI

ROMA. – Mentre si intensificano le partenze di migranti da Libia e Tunisia torna sul tavolo della maggioranza il dossier superamento dei decreti Salvini, finito in un cassetto dopo l’emergenza Coronavirus. Il premier Giuseppe Conte – dopo la richiesta di accelerare avanzata nel Cdm della scorsa settimana da parte del capo delegazione Pd Dario Franceschini – ha dato l’ok: “la modifica è all’ordine del giorno”.

Domani pomeriggio prima riunione per cercare la quadra tra la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, i suoi due viceministri Vito Crimi (M5S) e Matteo Mauri (Pd), Federico Fornaro e Loredana De Petris (Leu), Davide Faraone (Iv).

Si ripete dunque lo schema che poche settimane fa ha portato al contrastato varo della regolarizzazione dei lavoratori in nero, con la ‘tecnica’ Lamorgese a cercare la mediazione tra Pd-Leu e Iv che spingono per un ‘colpo di machete’ ai provvedimenti-bandiera del leader della Lega ed i Cinquestelle a frenare, anche se non mancano nella galassia M5s gli esponenti vicini alle posizioni del centrosinistra (il presidente della Camera, Roberto Fico in testa).

L’ufficio legislativo del Viminale ha da mesi pronta una bozza di testo che accoglie i rilievi mossi dal Quirinale ai decreti, con la cancellazione della megamulta alle navi umanitarie (fino ad un milione di euro) per ripristinare la sanzione precedente (da 10mila a 50mila euro), lo stop alla confisca delle imbarcazioni e l’intervento sulla causa di non punibilità per la “particolare tenuità del fatto” alle ipotesi di resistenza, oltraggio, violenza e minaccia a pubblico ufficiale ripristinando la discrezionalità del magistrato.

Questo maquillage ‘minimal’ verrebbe digerito dai Cinquestelle. Ma ci sono ulteriori modifiche chieste dalle altre forze di maggioranza e che anche al Viminale vedono di buon occhio, come l’allargamento delle fattispecie che danno diritto ai permessi di soggiorno speciali dopo che il taglio della protezione umanitaria ha ampliato la platea degli irregolari in Italia, rendendone difficile il controllo, anche dal punto di vista sanitario; la possibilità per i richiedenti asilo di iscriversi all’anagrafe del Comune dove risiedono; il dimezzamento dei tempi per richiedere la cittadinanza dopo che Salvini li aveva raddoppiati, portandoli a 4 anni.

Tutti temi caldi sui quali sono prevedibili confronti accesi a partire da domani. Intanto, si registra un deciso aumento della pressione migratoria.

Oggi ci sono stati 4 mini-sbarchi di tunisini a Lampedusa, per un totale di 53 persone. Tra di loro anche un bimbo di due anni, giunto con la madre. Dall’inizio dell’anno gli arrivi via mare sono 5.655, quasi il triplo rispetto a quelli dell’analogo periodo dello scorso anno. E sono tornate in mare le navi umanitarie.

La Sea Watch 3 ha salvato circa 100 migranti al largo della Libia, mentre altre tre imbarcazioni sono segnalate in difficoltà. La Mare Jonio, anch’essa in zona soccorsi, è stata testimone – fa sapere Mediterranea saving humans – di un respingimento operato da “miliziani libici, su motovedette donate dal nostro Paese, di decine di profughi verso le bombe e la tortura da cui tentavano di fuggire”.

Le ong che lavorano in mare hanno presentato un report che è un duro atto d’accusa all’Europa, documentando tre casi di operazioni di recupero dei migranti in cui le autorità libiche sarebbero state coordinate da assetti Ue. Stamattina, fa sapere l’Oim, sono 130 i migranti riportati indietro dalla Guardia costiera di Tripoli. Mentre il corpo di una bimba di pochi mesi, vittima del naufragio di sabato scorso (11 dispersi) è stato recuperato sulla spiaggia di Sorman.

(di Massimo Nesticò/ANSA)

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