Gelo governo e industriali, Conte chiede di volare alto

Una foto tratta dal profilo del Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, mostra un momento dello svolgimento della quarta giornata degli Stati Generali a Villa Pamphilj
Una foto tratta dal profilo del Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, mostra un momento dello svolgimento della quarta giornata degli Stati Generali a Villa Pamphilj, Roma, 17u Giugno 2020. TWITTER

ROMA. – Governo e Confindustria provano a ricucire lo strappo diplomatico che si è consumato nelle relazioni tra lo Stato e le rappresentanze dell’impresa ma il tentativo, allo stato, sembra approdare ad ora ad una tregua, seppure armata. Nessuno strappo al momento, anzi: la volontà di dialogo resta una priorità per tutti, anche se non mancano gli attriti.

Il casus belli questa volta è la restituzione alle imprese delle accise sull’energia. Confindustria ne reclama una veloce restituzione e Conte non la nega. Ma la promessa di restituzione è pure accompagnata da un netto invito rivolto agli industriali ad andare oltre, a guardare al di là della contingenza, insomma – chiede il premier – a “volare alto”.

“Il piano di rilancio – che sarà presentato la prossima settimana – è stato molto apprezzato, siamo disponibili ad accettare idee. Il clima è proficuo” premette il presidente del Consiglio al termine della quarta giornata di incontri a Villa Pamphilj.

Assicura che nei confronti del mondo industriale non esiste alcun genere di “pregiudizio” e in serata anche il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi usa termini più concilianti, anche se nella sostanza mantiene il punto: tra governo e imprese, dice, “i rapporti sono stati e sono buoni, credo di poter affermare che c’è stima reciproca. Ma abbiamo il dovere – sottolinea – di fare critiche, anche costruttive su temi economici. E Confindustria ha il dovere di fare proposte, cosa che abbiamo sempre fatto”.

Anche il ministro dell’Economia cerca di riportare la dialettica nei binari del dialogo. Nel Paese c’è “coesione e maturità” in un “momento così difficile” ed “al di là di tante inevitabili polemiche e discussioni che ci sono e che a volte appaiono sopra le righe” dice il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.

Se il riferimento è agli industriali la risposta arriva a stretto giro da Bonomi: i toni non sono sopra le righe ma non è una tregua, anzi. Nella concretezza del pressing sul Governo la posizione di via dell’Astronomia è ancora più netta, durissima. Bonomi non la prende alla larga: “Chiedo immediato rispetto per la sentenza della Magistratura che impone la restituzione di 3,4 miliardi di accise sull’energia, impropriamente pagate dalle imprese e trattenute dallo Stato nonostante la sentenza della Corte di Cassazione che ne impone la restituzione”.

Il premier ribatte: “La sentenza è di fine 2019, un contenzioso Stato-imprese: i nostri uffici ci lavoreranno” tranquillizza prima di rivolgere alle imprese l’invito a volare alto. Anche Gualtieri prova a glissare: “Confindustria sa benissimo che lo Stato farà la sua parte. C’è una questione tecnica” minimizza.

Ma Bonomi va oltre: se i rapporti tra Governo e industriali vanno ritarati, “ora si onorino i contratti ed i debiti verso le imprese”. E ancora. “‘L’impegno contro una nuova dolorosa recessione può avere successo solo se non nascondiamo colpe ed errori commessi da tutti negli ultimi 25 anni”.

Anche qui la replica di Conte è sul filo: “Facciamo ammenda per eventuali carenze che si stanno dimostrando e abbiamo l’umiltà di ammettere ritardi ed errori. Fermo restando che certo non possiamo essere chiamati a rispondere di carenze strutturali che il sistema Italia si porta dietro da circa 20 anni”.

Ma per Carlo Bonomi l’incontro agli Stati generali diventa anche l’occasione per ribadire critiche e preoccupazioni degli industriali sulle misure messe in campo per sostenere un mondo produttivo travolto dall’emergenza Covid-19, chiede “una democrazia moderna con istituzioni efficienti e funzionanti, cioè con una P.a.’buona’”.

E attacca anche sui crediti Iva alle imprese : “non possiamo operare restando in attesa per oltre sessanta mesi”. Ma Conte prova, davvero, a volare “alto” e da parte sua distribuisce le responsabilità. “Se da tanti anni in termini di pil o produttività il Paese è al di sotto della media europea evidentemente ci sono problemi strutturali che si trascinano. Però la questione non prevede di piangersi addosso”.

(di Francesca Chiri/ANSA)

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