Tornano in pista i Pir, aiuteranno crescita e Pmi

Risparmio: accumulando monete
Risparmio: accumulando monete

MILANO.  – Il 2020 segna il ritorno dei Piani Individuali di Risparmio nei portafogli dei risparmiatori.  Il ritorno in pista è avvenuto inizialmente con lo sblocco del mercato dei Pir tradizionali e, più recentemente, attraverso il decreto rilancio, con l’introduzione di quelli alternativi.

L’obiettivo è quello di investire nelle piccole e medie imprese e stimolare la crescita economica del Paese.

La prossima novità sul mercato saranno  i Pir alternativi che puntano a rilanciare gli “investimenti e mettere il risparmio privato nell’impresa e quindi nel Paese che produce”, spiega Stefano Scalera, vicecapo di Gabinetto del Mef, ad una iniziativa in vista del Salone del Risparmio.

Si tratta di un sistema che va a finanziare quel segmento di mercato delle piccole e medie imprese che era “stato solo parzialmente seguito con i Pir tradizionali”, incalza Tommaso Corcos, amministratore delegato di Fideuram.

I Pir alternativi, così come quelli ordinari, possono essere organizzati in modi diversi e con molti strumenti. L’unica condizione è che “sia composto da investimenti qualificati”. Il limite all’entità degli investimenti potrà essere superiore a quella del Pir tradizionale (30.000 euro annui e 150.000 complessivi): un investimento massimo detassabile di 150.000 euro annui fino a un valore complessivo di 1,5 milioni.

C’è ottimismo nel mondo degli asset management e delle reti. Abbiamo sempre “creduto nei Pir, sin dal 2017 con quelli tradizionali”, afferma Fabio Galli, direttore generale di Assogestioni, Fabio Galli,  Con questi strumenti si “possono realizzare iniziative per il settore produttivo italiano”, aggiunge Andrea Ghidoni, amministratore delegato di Pramerica.

Come Paese abbiamo la “necessità di crescere e per farlo bisogna aprire le eccellenze delle nostre imprese agli investitori”, evidenzia Ugo Loser (Arca Fondi).  Per Alessandro Melzi d’Eril (Anima),  è fondamentale evitare “lo stop and go delle normative”. Chi ha sottoscritto un Pir tradizionale, infine, può “sottoscriverne uno alternativo”, rileva Saverio Perissinotto (Eurizon).

Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum, accoglie in modo positivo l’arrivo dei Pir Alternativi ma invita a non dimenticare “quelli tradizionali che si rivolgono ad una grandissima platea di risparmiatori italiani e che in termini di volumi possono fare di più”.

(di Massimo Lapenda/ANSA)

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