Il campione Rashford sfida BoJo, bimbi poveri rischiano la fame

La scuola italiana a londra "Sial school ". (Voce)
La scuola italiana a londra "Sial school ". (Voce)

LONDRA. – La ripartenza della Premier League è ormai alle porte, ma più che all’imminente ritorno in campo dopo uno stop forzato dalla pandemia di coronavirus lungo 100 giorni, Marcus Rashford – giovane centravanti del Manchester United – si preoccupa per l’incerto futuro dei giovani più poveri del Regno Unito.

Dopo aver promosso una raccolta fondi per regalare 3 milioni di pasti a migliaia di bambini disagiati di tutto il paese durante il lockdown, l’attaccante di origini familiari caraibiche della nazionale inglese ha lanciato un appello che è anche una guanto di sfida al governo Tory di Boris Johnson perché estenda il programma dei buoni pasto scolastici durante l’estate.

La sospensione del quale – denuncia Rashford nella sua lettera aperta ricca di cenni autobiografici – rischia di lasciare “semplicemente senza cibo” 1,3 milioni di piccoli.

“Quello che le famiglie affrontano oggi, io l’ho attraversato in passato e so che è molto difficile uscirne – la testimonianza del 23enne talento inglese -. Mia mamma lavorava a tempo pieno, guadagnando il minimo sindacale, e non era mai abbastanza”.

Al ricordo personale, Rashford fa seguire – mettendo i piedi nel piatto della scena politica nel pieno della protesta di “Black Lives Matter” – la denuncia sulle disparità economico-sociali che la pandemia ha persino accentuato nel Regno: “Questo sistema non è costruito per aiutare le famiglie come la mia, a prescindere dall’impegno di mia madre”.

Per Rashford il riscatto si è presentato su un campo da calcio ad appena 18 anni. Un destino da predestinato che non gli fa dimenticare le origini. Durante il lockdown ha aiutato un’associazione impegnata contro lo spreco alimentare e la malnutrizione e a raccogliere 23 milioni di euro per l’acquisto di 3 milioni di pasti.

“Al di là delle appartenenze politiche, non possiamo tutti riconoscere che nessun bambino dovrebbe patire la fame nell’Inghilterra del 2020?”, si è chiesto. Per il momento la sua proposta sembra restare inascoltata, almeno dal ministero dell’Istruzione che ha confermato la sospensione dei buoni pasto una volta concluso l’anno scolastico, a metà luglio, promettendo solo alcuni fondi aggiuntivi per i programmi social locali destinati alle famiglie meno abbienti.

Ma Johnson non può ignorarne la voce: gli risponderà pubblicamente, ha fatto sapere, quasi a voler aprire un dialogo “tra pari”.

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