Coronavirus in Italia: contagi in calo, 303 in 24 ore. La sfida contro la seconda ondata

Due anziani con la mascherina in giro per la città. L'utilizzo delle mascherine è obbligatorio.
Due anziani con la mascherina in giro per la città. ANSA/LUCA ZENNARO

ROMA. – E’ nei focolai la sfida per scongiurare la seconda ondata di Covid-19: i dati sono incoraggianti e fanno sperare per il meglio, ma per molti esperti la scommessa è nei comportamenti individuali e nella capacità di fare tesoro dell’esperienza del lockdown e dell’uso delle protezioni, primi fra tutti l’uso delle mascherine e il distanziamento sociale.

I dati della Protezione civile fotografano ancora un aumento dei casi, con 303 in più in 24 ore, l’85,5% dei quali registrati in Lombardia; per il resto i dati indicano una situazione in graduale miglioramento, con 207 ricoveri in terapia intensiva (2 in meno in 24 ore) e un totale di 3.489 casi (105 in meno rispetto a ieri).

Nessun nuovo contagio nella provincia autonoma di Bolzano e in otto regioni (Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Umbria, Sardegna, Valle d’Aosta, Calabria, Molise, Basilicata). Si riduce il numero dei malati (per un totale di 25.909, 365 meno di ieri) e aumentano i guariti (sono 177.010, più 640 rispetto al giorno precedente).

“Torniamo finalmente a respirare, la situazione va meglio. Anche dopo le riaperture, la paura di una seconda ondata del virus non sembrerebbe esserci”, ha detto il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri. Se i dati sono incoraggianti, per Sileri questo accade perché “le misure vengono rispettate, dal distanziamento al lavaggio delle mani, tuttavia serve un monitoraggio attento”.

Abbassare la guardia sarebbe infatti un errore e la vigilanza deve essere puntuale soprattutto nei confronti dei nuovi focolai. Sono questi ultimi la minaccia più grande perché se non venissero circoscritti in modo tempestivo potrebbero diventare l’anticamera di un’eventuale seconda ondata di Covid-19.

Si guarda per esempio con preoccupazione a Pechino, dove altre dieci aree residenziali sono state messe in quarantena, con decine nuovi casi in 24 ore e ancora una volta l’origine è legata a un mercato. Sembra invece migliorare la situazione nei focolai in Italia, a partire da quelli di Roma, con i 111 casi dell’ospedale San Raffaele Pisana, il palazzo occupato alla Garbatella dove non si sono riscontrati casi positivi, il centro della Rai a Saza Rubra e drive-in Santa Maria della Pietà.

Tutti i focolai sono sotto controllo, ha rilevato in una nota l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. “Circoscrivere i focolai è fondamentale”, ha detto all’ANSA il fisico Enzo Marinari, dell’Università Sapienza di Roma. Adesso, ha aggiunto, diventa possibile evitare che si ripetano situazioni come quella della Lombardia “perché all’inizio della pandemia non sapevamo di avere focolai, non potevamo immaginarlo; adesso abbiamo dei vantaggi e possiamo mettere a frutto i sacrifici fatti con il lockdown.

Per esempio, sappiamo che è molto importante usare le mascherine e che non farlo significherebbe abbassare la guardia”. Mai come in questo periodo, ha osservato, “vale il richiamo a una grande prudenza”. La storia dell’epidemia ci ha insegnato inoltre che “se lo lasciamo rafforzare, il virus avrà la meglio”: perciò, ha aggiunto Marinari, è importante tenerlo sotto controllo con tutti i mezzi, dal distanziamento sociale alle protezioni, dall’app Immuni ai tamponi.

“La tracciabilità è fondamentale per circoscrivere e chiudere subito i focolai” anche perché, ha rilevato, “non ci sono evidenze che il virus sia più innocuo: è quello che era all’inizio e non uccide perché c’è stato il lockdown e si adottano comportamenti e dispositivi di protezione”.

Nessuna illusione nemmeno per il caldo: “potrebbe forse abbassare la velocità di propagazione, ma in futuro dovremo stare attenti. Penso che sia possibile farcela, ma – ha concluso – non senza abbandonare mascherine e distanziamento”.

(di Enrica Battifoglia/ANSA)