La statua di Churchill impacchettata, ira di Johnson

La statua di Winston Churchill imballata in Parliament Square.
La statua di Winston Churchill imballata in Parliament Square. /FACUNDO ARRIZABALAGA

LONDRA.  – La caccia alle statue di personaggi storici giudicati oggi alla stregua di “razzisti, imperialisti” o presunti tali deve finire. A levare la voce contro questa deriva – innescata negli Usa, nel Regno Unito e altrove da frange del movimento Black Lives Matter sulla scia della protesta contro l’uccisione di George Floyd – è Boris Johnson: sceso in campo per denunciare “gli estremisti” nel giorno in cui Londra è stata costretta a impacchettare vari monumenti, in primis quello dedicato a Winston Churchill, per il timore di nuovi assalti.

Johnson ha definito “assurdo e vergognoso” che la statua del primo ministro della Vittoria sul nazismo abbia dovuto essere coperta da una sorta d’involucro in modo da essere protetta. La decisione è stata presa dal Comune di Londra, che ha riservato lo stesso trattamento al cenotafio in onore dei caduti, nel cuore della capitale, ma anche ad altre opere: compresa una raffigurante Nelson Mandela, minacciata da contromanifestazioni ultranazionaliste.

Il sindaco della città, il laburista Sadiq Khan, ha invitato tutti i dimostranti “a restare a casa” nel rispetto delle restrizioni dell’emergenza coronavirus. Mentre un raduno in ricordo di George Floyd previsto per domani a Hyde Park è stato sospeso dagli stessi promotori onde evitare il pericolo di scontri con la contemporanea iniziativa opposta di estrema destra. Altre sigle del movimento antirazzista hanno tuttavia manifestato stasera a Londra.

Mentre i monumenti sotto tiro (anche senza contare le annunciate ritorsioni di drappelli di nazionalisti contro le effigi di progressisti o rivoluzionari e già entrati in azione a Bristol per sfregiare con l’acido un busto di Alfred Fagon, poeta e attore d’origini giamaicane) si moltiplicano in vista del weekend in diverse città.

E, dopo le statue di mercanti di schiavi di secoli passati quali Edward Colston (abbattuto giorni fa a Bristol) o Robert Milligan (rimossa in anticipo), gli antirazzisti più radicali mettono nel mirino decine di figure storiche di vario spessore: ex governatori coloniali, leggendari navigatori come James Cook, il corsaro Francis Drake (eroe dell’Inghilterra di Elisabetta I), capi di governo imperiali del peso di Robert Peel o di William Gladstone, fino al quasi contemporaneo Robert Baden-Powell, fondatore dello scoutismo tacciato in una fase della sua vita di simpatie hitleriane.

Commentando le minacce alla statua di Churchill, già imbrattata da un drappello di dimostranti nei giorni scorsi di fronte a Westminster con la scritta “fu un razzista”, il premier Tory ha paventato il rischio che una protesta già definita legittima e “comprensibile” venga “presa in ostaggio dagli estremisti”.

“La statua di Winston Churchill in Parliament Square è un memento permanente di quanto egli seppe conseguiré per la salvezza di questo Paese, e di tutta l’Europa, dalla tirannia fascista e razzista. É assurdo e vergognoso che questo monumento nazionale debba essere messo ora a rischio da manifestanti violenti”. “É vero – ha ammesso Johnson – talora Churchill manifestò opinioni che erano inaccettabili e sono inaccettabili per noi oggi, ma egli è un eroe e merita in pieno il suo memoriale”.

Secondo l’inquilino attuale di Downing Street – divulgatore storico di successo, ammiratore e biografo di sir Winston – il Regno Unito ha una storia comune da ricordare. “Non possiamo cercare di riscrivere o censurare il nostro passato, non possiamo pretendere di avere una storia diversa”, ha notato.

“Vi sono prospettive differenti su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ma le statue innalzate dalle precedenti generazioni ci insegnano il nostro passato, con tutti i suoi errori: abbatterle – ha concluso ammonendo a restare a casa – sarebbe mentire sulla nostra storia e impoverire le future generazioni”.

(di Alessandro Logroscino/ANSA)