Svolta per calcio, test rapidi e quarantena “aperta”

Un pallone nel centro del campo per l'inizio di partita.
Un pallone nel centro del campo per l'inizio di partita.

MILANO. – Cade l’ostacolo più temuto per il destino di Serie A, B e Lega Pro. Il Cts ha accolto la modifica al protocollo richiesta dalla Federcalcio: se un giocatore o un componente dello staff risulterà positivo, finirà in isolamento e verrà messa in quarantena l’intera squadra, che però potrà lasciare il proprio centro sportivo per giocare.

La mattina della partita, inoltre, tutti verranno sottoposti a un test a risposta rapida e chi non risulterà negativo, ovviamente, non potrà nemmeno andare allo stadio.

Senza questa modifica, i 14 giorni di quarantena rigidi avrebbero messo seriamente in pericolo il piano di portare a termine i campionati e, non a caso, soluzioni simili o identiche sono state adottate in Spagna e Germania da Liga e Bundesliga.

La chiave della svolta è proprio il test molecolare rapido, per cui si attende lunedì la validazione da parte del Ministero della Salute. Come ha chiarito la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, c’è un “il monitoraggio fatto quotidianamente con la costruzione di un vero strumento di tipo matematico, che proietta i dati, li analizza. Settimanalmente si fa il punto e si capisce come stanno andando le cose. Abbiamo potuto fare un allentamento delle misure – ha detto a Radio Cusano Campus – perché siamo arrivati al risultato che volevamo ottenere”.

Ovviamente perché il sistema sia efficace è essenziale che i giocatori non si prendano rischi nella vita privata e che le società li sottopongano a tutti i controlli. Un caso si è aperto a Brescia, nell’ennesima puntata della diatriba fra Mario Balotelli e il club di Massimo Cellino, che nei giorni scorsi ha chiesto la rescissione unilaterale del contratto.

“Tutto vero!”, ha scritto su Instagram l’attaccante, rilanciando sui social una dichiarazione del suo agente, Mino Raiola: “Stanno discriminando Balotelli, dal Brescia mai un tampone”. E nel frattempo gli ispettori della Procura federale ha allungato di un giorno le verifiche iniziate oggi per controllare la puntuale applicazione dei protocolli sanitari anti-Covid nel centro sportivo del club, fra quelli che in Lega nelle scorse settimane più si sono opposti alla ripresa del campionato.

L’appuntamento è per sabato prossimo, e il ministro per lo Sport, Vincenzo Spadafora, sta verificando la possibilità di un accordo per la trasmissione in diretta in chiaro di alcune partite. Formalmente non lo consente la Legge Melandri. E per questo, secondo alcune ricostruzioni, fra le ipotesi prese in considerazione c’è anche un decreto per consentire l’eccezione per un’unica partita.

Dopo l’incontro fra Spadafora e i vertici di Sky, Mediaset ha inviato una diffida alla Lega Serie A e al ministero dello Sport, sollevando la questione anche davanti all’Antitrust: a quanto si apprende, ha segnalato all’Autorità la possibilità di una condotta discriminatoria e distorsiva della concorrenza.

La posizione di Mediaset è chiara da tempo: o si dà a tutti i broadcaster la possibilità di trasmettere in chiaro le partite di Serie A, oppure si sceglie una sola emittente a patto però che la trasmissione avvenga senza l’inserimento di pubblicità.