Conte punta sulle infrastrutture e vara il Family Act

Il Presidente Conte con i Ministri Bonetti (Pari Opportunità e Famiglia) e Catalfo (Lavoro e Politiche Sociali) durante le dichiarazioni alla stampa al termine della riunione del Consiglio dei Ministri
Il Presidente Conte con i Ministri Bonetti (Pari Opportunità e Famiglia) e Catalfo (Lavoro e Politiche Sociali) durante le dichiarazioni alla stampa al termine della riunione del Consiglio dei Ministri. (Filippo Attili/Ufficio Stampa Palazzo Chigi)

ROMA. – Una grande spinta alle infrastrutture, materiali e immateriali, dall’alta velocità nel Sud Italia alla rete 5G. E poi digitalizzazione e innovazione, università e scuola, riforma fiscale per arrivare a tagliare le tasse, investimenti green, auto elettriche, una giustizia più veloce, sport accessibile a tutti. Non la sanità, che farà capitolo a sé.

Ecco l’ossatura del “masterplan” del governo per gli Stati Generali dell’economia. Il premier Giuseppe Conte, con al fianco il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, li illustra ai capigruppo dei partiti di maggioranza. Lo schema di lavoro è pronto e verrà limato nelle prossime ore: poche pagine, organizzate in griglie, per elencare le direttrici dell’azione di rilancio dell’economia, in vista dell’accesso ai fondi europei del Recovery plan.

“Serve una svolta di concretezza”, dice il Pd. “Un nuovo inizio”, afferma dal M5s Luigi Di Maio. Ma Dem e Cinque stelle saranno chiamati a confrontarsi nei prossimi giorni con temi divisivi e incombenti come il Mes e Autostrade. In Consiglio dei ministri arriva il via libera a un provvedimento atteso come il Family act, ma non senza attriti tra Pd e Iv, dal momento che i Dem chiedono lo stralcio dal testo dell’assegno unico familiare, che è all’esame del Parlamento, ma i renziani tengono il punto.

Conte porta in Cdm, su pressione di Iv, la riforma delle misure per la famiglia, per sostenere i genitori, favorire la natalità e introdurre un assegno familiare fino ai 18 anni. Ma sul punto fino all’ultimo c’è attrito col Pd: “L’assegno unico andrà insieme al Family act, lo voteremo la prossima settimana in Parlamento”, dichiara Graziano Delrio, mentre i Dem annunciano l’intesa sullo stralcio della misura.

Ma nel testo del ministro Elena Bonetti varato in Cdm l’assegno unico c’è e, dicono da Iv, non sarà stralciato. E’ Matteo Renzi ad annunciarne per primo l’approvazione. La paternità della misura è contesa con i Dem ma alla fine si evita la rottura con l’accordo che la legge delega di Iv verrà coordinata con le proposte all’esame del Parlamento.

E’ una vigilia tesa, per gli stati generali dell’economia. Non si ricuce, per ora, lo strappo col centrodestra, nonostante la spinta dei pontieri ‘azzurri’ e gli auspici di Silvio Berlusconi perché si potesse svolgere l’incontro previsto con il premier nella sede “istituzionale” di Palazzo Chigi e non a Villa Pamphili (“Niente passerelle”, dice Mariastella Gelmini).

Poi c’è, nella maggioranza, l’attesa per l’audizione del premier e dei ministri della Salute e dell’Interno nell’ambito dell’inchiesta della procura di Bergamo sulle zone rosse ad Alzano e Nembro, per i contraccolpi politici che potrebbe avere un’eventuale iscrizione nel registro degli indagati.

Si inizia anche a discutere, in Parlamento, delle risoluzioni che dovranno essere messe in votazione mercoledì, dopo l’informativa di Conte in vista del Consiglio europeo: ci dovrà essere un riferimento al Mes, ma il M5s lo vorrebbe vago e con la sottolineatura che nessuna decisione è stata presa, mentre il Pd vorrebbe un’affermazione più netta, perché – sottolinea Andrea Marcucci – quei soldi servono, se è vero che già si studia un nuovo scostamento di bilancio.

“Potrebbero da subito liberare 10 miliardi di risorse già spese per la sanità e che potrebbero essere destinate ad altro”, dice il Dem. Conte agli interlocutori si mostra concentrato sul “masterplan” per gli stati generali, che si interseca con il piano nazionale delle riforme che deve essere approvato entro fine mese e con il decreto sulle semplificazioni e i cantieri, che dovrebbe essere in Cdm entro il 25. Leu gli chiede di non seguire le linee guida di Colao e puntare su scuola e lotta alle diseguaglianze.

Il Pd sollecita “concretezza” e proposte tangibili, da articolare nei prossimi mesi nel piano da presentare in Europa. Il M5s con Vito Crimi chiede di “indicare la direzione al Paese per i prossimi dieci anni”. “Piano shock per i cantieri”, sollecita Italia viva.

I colloqui avvengono in un clima sereno, ma tra i partiti della maggioranza resta nervosismo, alimentato dai sondaggi che continuano a quotare il partito di Conte, sebbene lui abbia negato di essere al lavoro per crearlo. “Creerebbe fibrillazioni, ma non credo sia un’idea da scartare”, ha detto Andrea Orlando.

Ma tra i parlamentari del Pd prevalgono le preoccupazioni di chi pensa che una lista Conte possa sottrarre voti al partito e che gli Stati generali si trasformino nel volano della nuova creatura politica.

(Serenella Mattera/ANSA)

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