Reporter rilanciò appello sanitari su casi dubbi, ora è indagata

Cittadini con mascherine camminano nella Piazza Rossa di Mosca.
Cittadini con mascherine camminano nella Piazza Rossa di Mosca. (ANSA/EPA)

MOSCA, 10 GIU – La Russia si conferma un Paese non proprio amico della libertà di stampa. Gli investigatori moscoviti hanno infatti aperto un’inchiesta a carico della giornalista e opinionista Yulia Latynina, sospettata di aver diffuso “false informazioni” sulla presunta impreparazione dei funzionari regionali nella lotta al coronavirus (una delle prime misure varate a inizio epidemia è stata quella di rendere un reato le “fake news” sul Covid).

Stando una lettera inviata all’emittente radiofonica Ekho Moskvy, come riportato dal quotidiano Novaya Gazeta, gli investigatori stanno esaminando un episodio del programa radiofonico di Latynina, andato in onda l’11 aprile, in cui la giornalista ha letto una lettera degli operatori sanitari che lamentavano la carenza di dispositivi di protezione personale e le dure condizioni di lavoro negli ospedali di Nizhnekamsk, in Tatarstan.

Gli operatori sanitari, nel loro documento, affermavano anche che in città in marzo erano stati registrati 1.300 casi di polmonite bilaterale senza che nessuno venisse testato al Covid-19.  I funzionari avrebbero allora chiesto a Ekho Moskvy di “facilitare la comparsa di Latynina” per l’interrogatorio. Gli investigatori hanno anche chiesto alla stazione radio di rivelare dove risiedeva Latynina durante la quarantena.

L’avvocato di Latynina, Marina Andreyeva, ha detto a Novaya Gazeta di non essere stata ancora contattata dagli magistrati. Andreyeva ha però dichiarato di non aver ancora capito perché i funzionari vogliono sapere dove si trovava la sua cliente o perché credono che la trasmissione dell’11 aprile costituisca una “falsa informazione”.

Di certo c’è che Latynina non è nuova a subire pressioni. Nel settembre del 2017, come ricorda Meduza, le toccò fuggire dalla Russia dopo che ignoti aggressori hanno dato fuoco alla sua auto. Un anno prima, poi, attivisti del movimento di estrema destra “SERB” l’avevano attaccata fuori dallo studio di Ekho Moskvy, spruzzandole addosso delle feci. La polizia non ha mai identificato gli aggressori.

(di Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA)

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