Birra Peroni: produzione a Roma giapponese Asahi

Un'immagine della catena di produzione della Birra Peroni. nello stabilimento Bari.
Un'immagine della catena di produzione della Birra Peroni. nello stabilimento Bari. (ANSA)

ROMA. – Birra Peroni converte e amplia lo stabilimento romano e avvia anche nella capitale la produzione della Asahi Super Dry, la supergettonata birra del Sol Levante con un impianto a due linee che potrà sfornare 50 mila e 67 mila lattine l’ora e che servirà il mercato italiano ed estero.

Per il potenziamento l’azienda, controllata dal grupo giapponese Asahi da ormai 4 anni, ha investito 8 milioni di euro e l’avvio della produzione a Roma segue quella nello mstabilimento di Padova, partita nel 2018 per rifornire il mmercato Italiano ed europeo.

A  Bari invece nel 2019  l’azienda ha ampliato la linea di imbottigliamento con un investimento da 12 milioni puntando sul vuoto a rendere, mentre altri 13 saranno investiti in ricerca in 3 anni. “Siamo orgogliosi di aver completato questo progetto nonostante le difficoltà generate dal lockdown degli ultimi mesi” – dichiara Enrico Galasso, amministratore delegato di Birra Peroni.

“Dopo lo stabilimento di Padova, anche a Roma avviamo la produzione della birra super premium più venduta in Giappone, sia per il mercato nazionale, sia per quello estero. Infine – conclude Galasso – sono già in piano altri 6 milioni di euro di investimenti nel prossimo biennio, che ci permetteranno di rafforzare ulteriormente la nostra presenza a Roma e in tutto il Paese”. Il gruppo punta infatti ad incrementare ulteriormente la capacità produttiva su Roma.

L’impianto romano è uno degli asset più importanti del grupo in Italia ed occupa una superficie di oltre 200.000 mq contribuendo a circa il 40% del valore economico diretto e indiretto generato dall’ azienda in Italia.

Nelle quattro linee del sito romano vengono prodotte, oltre ad Asahi Super Dry, dieci altri brand, tra cui Peroni, Nastro Azzurro e Wuhrer.  In Italia la produzione annua di Birra Peroni tra Roma, Bari e Padova ammonta a oltre 6 mln di ettolitri.

Il potenziamento dello stabilimento romano è un altro step dell’internazionalizzazione degli impianti nazionali della bionda più famosa d’Italia, nata a Vigevano nel 1846, radicata nella capitale fin dal 1864, passata sotto il controllo del gruppo giapponese nell’autunno del 2016  dopo  essere stata messa in vendita dal gruppo belga brasiliano Ab Inbev in vista dell’acquisizione del colosso Sab Miller che l’aveva comprata nel 2003.

(di Monica Paternesi/ANSA)

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