Governo rigetta piano Mittal, avanti per coinvestire

Operai davanti alla fabbrica Arcelor Mittal a Taranto
Operai davanti alla fabbrica Arcelor Mittal a Taranto, 5 novembre 2019. ANSA/RENATO INGENITO

ROMA. – Il governo rigetta il nuovo piano industriale inviato venerdì scorso da ArcelorMittal, perché “mette in discussione” i livelli occupazionali e gli investimenti. E conferma l’obiettivo di non avere esuberi e la volontà di portare avanti un coinvestimento da parte dello Stato.

All’incontro, in videoconferenza, con i sindacati ed i commissari straordinari dell’Ilva, i ministri dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, dell’Economia Roberto Gualtieri e del Lavoro Nunzia Catalfo rimarcano che quel piano non va bene, tanto che non lo discutono nemmeno con le organizzazioni dei lavoratori.

Sono i sindacati a respingere il progetto tornando poi sui numeri più pesanti – i 3.300 esuberi già nel 2020 – ma dall’incontro non escono affatto soddisfatti: chiedono una línea chiara ed un intervento concreto, anche con una verifica del reale impegno industriale di Am, perché a rischio – avvertono – c’è la tenuta sociale, oltre che il futuro industriale del Paese.

Intanto va avanti lo sciopero di 24 ore in tutti gli stabilimenti del gruppo, da Taranto a Genova, proclamato da Fim, Fiom e Uilm e lo sciopero di 48 ore proclamato invece dall’Usb.

La tensione non manca e proprio a Taranto, al presidio davanti alla direzione dello stabilimento siderurgico, alcuni lavoratori strappano bandiere dei sindacati accusando le sigle metalmeccaniche di aver “dimenticato” gli operai in casa integrazione da mesi (attualmente in cig Covid) e quelli rimasti in capo all’Ilva in amministrazione straordinaria che, in base al nuovo piano, non rientreranno in servizio.

Tanti gli aggettivi utilizzati dai ministri per ‘bocciare’ il piano: è “inaccettabile”, dice Patuanelli; “inadeguato”, afferma Gualtieri; “insoddisfacente”, sostiene Catalfo. “Si allontana dagli obiettivi del governo in modo radicale ed è nostra intenzione ribaltare la questione”, sottolinea Patuanelli.

Per l’esecutivo, la volontà è di ripartire dall’accordo del 4 marzo scorso raggiunto con l’azienda: “Un accordo di investimento e coinvestimento da parte dello Stato, che vogliamo portare avanti”, assicura Patuanelli, sottolineando tre punti essenziali: la siderurgia come asset strategico per il Paese, la tutela della “piena occupazione” e una produzione che non inquini.

Su questo, investendo per “una riconversione impiantistica”, in un graduale processo di decarbonizzazione per limitare l’impatto ambientale – una sorta di piano green, come previsto dall’accordo di marzo – è la linea ribadita dal ministro. Una mano può arrivare anche dai fondi europei.

“Il governo continua a lavorare al progetto strategico che attinga alle risorse del Green Deal europeo. Disponibili a intervento pubblico a condizione di un rilancio rapido, investimenti certi e tutela dell’occupazione”, dice Gualtieri, sottolineando al contempo che l’esecutivo è “consapevole” della necessità di “introdurre l’impatto del Covid dentro la traiettoria” previsionale, ma che appare “molto distante da quella presentata” dall’azienda.

I sindacati, invece, reclamano il rispetto dell’accordo del 6 settembre 2018, firmato con l’azienda ed il governo, il quale prevede zero esuberi, con 10.700 occupati e la clausola di salvaguardia per i lavoratori Ilva in amministrazione straordinaria. “Il Governo si è limitato a rappresentare il mancato rispetto degli accordi da parte di ArcelorMittal e a ribadire il giudizio negativo”, afferma la segretaria generale della Fiom-Cgil, Francesca Re David, parlando di incontro “deludente” e chiedendo “una svolta radicale”.

L’azienda “ha stracciato l’accordo del 6 settembre 2018 fatto col sindacato e quello del 4 marzo fatto col Governo e altrettanto farà con il piano inviato il 5 giugno”, sostiene il segretario generale della Fim-Cisl, Marco Bentivogli, secondo cui “in questo contesto bisogna riverificare se esiste ancora un soggetto industriale che si senta ancora impegnato nel rilancio e ambientalizzazione del gruppo ex-Ilva”.

Chiede di “uscire dal ricatto di ArcerlorMittal”, che “non è più credibile”, il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, che pure parla di “incontro inconcludente che non ha dato alcuna risposta ai lavoratori in condizioni di disperazione”.

Il governo intanto è intenzionato a portare avanti il confronto, “per poter trovare una soluzione”: la prossima settimana ci sarà un nuovo incontro, alla presenza anche dell’azienda.