Di Maio lancia il piano per l’export da 1,4 miliardi

Un marchio del "made in Italy"

ROMA.  – Si è aperto ufficialmente il “cantiere del Made in Italy nel mondo”, per rilanciare l’export e contribuire all’uscita dalle secche della crisi scatenata dal Covid. Un patto firmato alla Farnesina con la regia del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che metterà a disposizione delle imprese risorse per circa 1,4 miliardi di euro.

Con un piano in sei direzioni, a partire da una campagna promozionale ad ampio respiro del “brand Italia”. “Un salto di qualità per sostenere uno dei vettori fondamentali della crescita del nostro Paese”, secondo il titolare dell’Economia Roberto Gualtieri.

Il patto per l’export tra pubblico e privati arriva a pochi giorni dall’avvio degli Stati Generali dell’economia, chiamati ad elaborare soluzioni per la ripartenza, dopo lunghi mesi di lockdown. “Abbiamo superato il periodo più buio di questa crisi sanitaria: ora il Paese può ripartire, con cautela ma con coraggio”, ha sottolineato Di Maio aprendo i lavori. E con la progressiva riapertura a livello globale, “il motore del Made in Italy può tornare a correre”, è l’auspicio del ministro.

Il documento firmato alla Farnesina è il frutto di un lavoro di squadra che ha coinvolto 7 ministeri e oltre 100 associazioni di categoria, ha spiegato Di Maio, rendendo merito al sottosegretario Manlio Di Stefano e all’ambasciatore Lorenzo Angeloni per aver presieduto 12 tavoli settoriali mirati con i rappresentanti delle attività produttive: dall’agroalimentare alla meccanica, dalla farmaceutica alle infrastrutture, dai servizi all’export all’innovazione dalla cultura al turismo.

Da questo confronto il governo ha ricevuto “tantissime proposte e idee” che hanno portato all’adozione di sei linee guida per rafforzare la proiezione esterna delle imprese italiane.

Si parte dalla comunicazione, con una campagna di “nation branding” realizzata dall’Ice per rilanciare l’immagine dell’Italia e sostenere i settori più penalizzati dalla pandemia, come il turismo. Altra voce è la promozione integrata, con iniziative centrate su settori come arte contemporanea, cinema, editoria, design, innovazione, per dare visibilità a imprenditori e creativi.

Per Di Maio è molto importante anche la formazione-informazione: il piano prevede il ricorso a “temporary export manager e digital manager” per assistere le aziende nei processi di innovazione e internazionalizzazione. Ed un e-book che servirà da guida di accompagnamento all’export per le Pmi. Le altre tre linee di intervento prioritarie sono l’ammodernamento del sistema fieristico, l’ampliamento degli accordi con le piattaforme di e-commerce e l’adozione di strumenti di finanza agevolata. Enti come Ice e Cdp-Sace-Simest saranno una sorta di braccio operativo.

Che il patto per l’export sia “strategico” è stato evidenziato anche dal ministro dell’Economia Gualtieri e dagli altri colleghi di governo: Dario Franceschini, Teresa Bellanova, Paola De Micheli, Gaetano Manfredi, Paola Pisano e il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, da cui è emerso lo “straordinario valore del Made in Italy”. Con un’importante vetrina in prospettiva, Expo Dubai, rimodulato a ottobre 2021: “Il primo grande evento globale dopo la pandemia”, ha rilevato il commissario Paolo Glisenti.

Ora che il “cantiere” è aperto, le parti “si sono legate a precise responsabilità ed impegno reciproco”, perché è solo l’inizio di un percorso che tutti sono chiamati a rispettare ed arricchire, ha concluso Di Maio, ponendo per ultimo la firma sul documento, in quanto padrone di casa e promotore dell’iniziativa. In una fase in cui la Farnesina, proprio con Di Maio, ha acquisito le competenze del commercio estero e con la sua rete diplomatica sta spingendo molto in questa direzione.

(di Luca Mirone/ANSA)

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