Kenya: violenze polizia durante coprifuoco, 2 agenti sotto accusa

Una donna con una bottiglia di disinfettante all'ingresso della Basilica Cattolica di Nairobi.
Una donna con una bottiglia di disinfettante all'ingresso della Basilica Cattolica di Nairobi. EPA/DANIEL IRUNGU

ROMA.  – Gli abusi in uniforme non sono  esclusivo appannaggio di un Paese. Oggi è la volta del Kenya, con due agenti chiamati a rispondere di omicidio dopo le indagini condotte dall’Ipoa, autorità indipendente di controllo della polizia.

L’agente Duncan Ndiema Ndiwa è accusato di aver ucciso un ragazzino di 13 anni, Yassin Hussein Moyo. L’adolescente era sul balcone della sua casa in un sobborgo della capitale, Nairobi, quando è stato colpito a morte da un proiettile vagante in sparatorie avvenute durante il coprifuoco, imposto per arginare la pandemia di Covid-19 nel Paese.

L’agente Lotugh Angórita, invece, è accusato di aver ucciso un insegnante, Colleta Amondi Ouda, accusato di furto nella contea di Siaya, situata nel Kenya occidentale. L’Ipoa ha nominato anche altri quattro agenti di polizia che verranno accusati per aver aggredito un uomo a Garissa, nella parte orientale del Paese.

L’organismo di controllo ha affermato ieri che 15 persone sono state uccise dalla polizia e 31 ferite dall’introduzione – lo scorso 25 marzo – delle misure restrittive per contenere l’avanzata del coronavirus nel Paese. L’Ipoa ha dichiarato inoltre di aver ricevuto 87 denunce da parte dei cittadini, tra le quali figurano quelle per aggressioni con conseguenti lesioni gravi, rapina, trattamenti disumani e assalti sessuali.

In risposta a questi dati, il portavoce della polizia del Kenya, Charles Owino, ha detto che “alcuni di questi agenti sono molto giovani, possono facilmente ubriacarsi e fare cose molto sbagliate”, assicurando che verranno presi provvedimenti contro coloro che hanno violato la legge.

Lo stesso presidente del Kenya, Uhuru Keyatta, all’indomani dei primi abusi registrati si è scusato “con tutti i kenioti per alcuni eccessi” delle forze dell’ordine. Con il coprifuoco in vigore dalle 19.00 alle 5.00 ora locale, infatti, le telecamere hanno filmato agenti di polizia che ricorrevano a fruste, manganelli e gas lacrimogeni contro i pendolari trovati in strada in fasce orarie proibite.

Misure per tutelare la salute pubblica, insomma, si sono tramutate in grimaldelli per la violazione delle leggi e il compimento di brutalità ad opera degli stessi rappresentanti delle istituzioni.

(di Valentina Maresca/ANSA)

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