De Gregorio, per tre milioni buttò giù il Prodi bis

Silvio Berlusconi alza il braccio a Sergio De Gregorio in segno di vittoria
Silvio Berlusconi e Sergio De Gregorio in un'immagine di archivio (Ansa/Fusco)

ROMA. – Uomo dai mille volti, vicino alla tela dei servizi segreti (non solo italiani), giornalista fin da quando aveva 17 anni con gli inizi alla cronaca di Paese Sera a Napoli – dove è nato nel 1960 – Sergio De Gregorio, che ha lavorato a lungo anche per la Rai e poi per ‘Oggi’ come inviato in teatri di guerra, è passato quasi indenne dalle gravi vicende giudiziarie nelle quali è rimasto invischiato, o forse ne è stato il motore o il comprimario.

Di lui – ex presidente della Commissione Difesa transitato dall’Idv di Antonio di Pietro al Pdl di Silvio Berlusconi, dietro compenso di tre milioni di euro – la Cassazione aveva già scritto nel 2012, in pieno scandalo Lavitola, che si trattava di un personaggio socialmente pericoloso per la “natura dei reati commessi” con un “ruolo centrale” e “modalità collaudate che hanno cagionato allo Stato un danno rilevante” nella truffa da 23 milioni di euro per l”L’Avanti’ diretto appunto da Valter Lavitola.

Così gli ‘ermellini’ respinsero il ricorso di De Gregorio contro i domiciliari chiesti dalla magistratura napoletana e non autorizzati dal Parlamento. Era fitta infatti la rete delle sue relazioni. Proprio per la ‘soffiata’ provenuta da una gola ‘amica’, come lui stesso ha ammesso, De Gregorio si imbarca sulla nave da crociera Veracruz – nel 1995 – dopo aver saputo che a bordo, mischiato a 700 passeggeri in tour per il Mediterraneo, c’era anche Tommaso Buscetta con la moglie e una coppia di amici.

Siamo alla vigilia del processo a Giulio Andreotti, in molti cercano di delegittimare l’uso dei ‘pentiti’, e fa gola un mafioso in vacanza a spese dello Stato con consorte e un’altra coppia al seguito per godersi al meglio la crociera. E infatti lo ‘scalmazzo’ è tale che i Nocs devono salire a bordo a prelevare don Masino e chiudere lì la vicenda dei viaggi a spese del contribuente.

Era stato lo stesso De Gregorio ad avvisare il Corriere della Sera anticipando lo scoop di aver intervistato Buscetta, incontrato ‘casualmente’ su una nave da crociera.

Clemente Mastella, ex guardasigilli e politico immarcescibile nato Dc, racconta che nel 2007 – mentre già fibrilla il Prodi bis che riceverà la sfiducia nel 2008 – andò a un appuntamento in un hotel di lusso per convincere De Gregorio a rimanere nel centrosinistra. Rimase sorpreso nel vedere che oltre al senatore, e all’italo americano Enzo De Chiara che già conosceva, c’era anche un agente Cia dell’Ambasciata americana. Mastella ha fiutato l’aria e in cinque minuti racconta di essere andato via subito.

De Gregorio ha svelato la sua versione dei fatti ai magistrati, dicendo che la Cia non vedeva bene alcune mosse di Prodi e voleva allargare il campo dei ‘dissidenti’. Quella con De Gregorio è una vicinanza che può costare cara. Solo la prescrizione infatti ha salvato Berlusconi dalla condanna per corruzione per i tre milioni dati al senatore transfuga, che chiuse tutto patteggiando venti mesi nel 2013.

(di Margherita Nanetti/ANSA)

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