Schiaffo a Trump, Charlotte dice no alla convention

Donald Trump en una foto de archivo.(ANSA/EPA)

WASHINGTON.  – Alla fine Donald Trump si è dovuto arrendere: la convention repubblicana che dovrebbe lanciarlo verso la rielezione alla Casa Bianca non si farà più nello swing state della North Carolina.

Irremovibili le autorità locali (democratiche) che avevano preteso dal partito un piano dettagliato e rigido per garantire la sicurezza in tempi di pandemia: dunque presenze ridotte al lumicino, distanziamento sociale, obbligo delle mascherine e tante altre restrizioni incompatibili con la volontà del tycoon di dare vita a un mega evento, la più grande kermesse della sua presidenza.

Un grande show da ricordare nella storia con un bagno di folla in stile “Make America Great Again”, il tour di infuocati comizi in cui Trump ha sempre dimostrato di trovarsi più che a suo agio.

Uno scenario però incompatibile con la situazione sanitaria attuale dello stato della East Coast, con l’emergenza coronavirus tutt’altro che domata e i casi in aumento nelle ultime settimane. Impossibile, ha chiarito il governatore Roy Cooper, fare previsioni per agosto: “Non possiamo mettere a rischio la salute dei cittadini del North Carolina” con l’arrivo di oltre 19 mila delegati e altre migliaia di persone tra visitatori e giornalisti.

Uno schiaffo alle ambizioni di Trump che è così passato dalle minacce ai fatti: “Basta, non accetterò più di ricevere la nomination a Charlotte”, ha twittato il presidente, ora però costretto a trovare un’altra location in tempi strettissimi. Il contratto per l’uso della Spectrum Arena di Charlotte, un palazzetto dello sport e della musica in grado di ospitare oltre 20 mila persone, era stato firmato due anni fa ed ora sarà stracciato.

E gli emissari del partito repubblicano si stanno già muovendo per le alternative. Nella short list ci sono tutti gli stati considerati ai fini del voto “battleground”, campi di battaglia, proprio come lo era la North Carolina, in bilico tra repubblicani e democratici. E soprattutto ci sono quegli stati del sud dove Joe Biden potrebbe avvantaggiarsi del voto dell’elettorato prevalentemente afroamericano.

In pole ci sarebbe dunque la Georgia, con la metropoli di Atlanta. Ma nella short list compaiono Nashville, in Tennessee, e Las Vegas, in Nevada. Il tycoon potrebbe altrimenti decidere di giocare in casa, nella sua Florida, puntando su Jacksonville oppure su Orlando, non distante dalla sua Casa Bianca d’Inverno di Mar-a-Lago, a West Palm Beach.

Intanto Biden, che con un approccio diametralmente opposto a quello di Trump non ha escluso una convention democrática virtuale, continua a restare in testa nei sondaggi, seppur non di molto. Nell’ultimo della Cbs è avanti di 4 punti sul tycoon. Nella media dei principali sondaggi elaborata dal sito specializzato RealClearPolitics è avanti di 6 punti.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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