Coronavirus in Italia: 355 contagiati in più. Lombardia pronta a ripartire

Coronavirus in Italia: Piazza Duomo a Milano dopo la riapertura
Coronavirus in Italia: Piazza Duomo a Milano dopo la riapertura.. ANSA/ MATTEO BAZZI

MILANO. – Resta la regione più colpita d’Italia, l’unica dove il numero dei contagiati è ogni giorno di tre cifre, ma anche in Lombardia il coronavirus non ha più l’impatto devastante che ha causato finora oltre 16mila morti e soprattutto Milano con i suoi soli 13 nuovi positivi è vicina a tirare un grosso sospiro di sollievo.

“La nostra gente, tranne piccole eccezioni, ha risposto in modo serissimo e consapevole. È merito loro se oggi i numeri legati al contagio si sono ridotti in maniera sostanziale”, commenta il governatore lombardo Attilio Fontana, ricordando però che “la battaglia non è conclusa”.

Si attende ancora la data dell’8 giugno, quando saranno passate tre settimane dalle aperture del 18 maggio, per capire se la libertà negli spostamenti non abbia modificato la curva del contagio che è in calo anche in Lombardia, nonostante continuino a esserci circa il 60% dei nuovi casi registrati ogni giorno in tutta Italia.

Ma la pressione negli ospedali non è paragonabile a quella vissuta nei mesi scorsi, con i ricoveri in costante calo a partire dalle terapie intensive, dove i posti letto occupati sono 170, mentre all’inizio di aprile erano circa 1.400, al punto che Alberto Zangrillo, direttore della terapia intensiva del San Raffaele di Milano, spiega che “clinicamente il nuovo coronavirus non esiste più”.

I 210 nuovi casi registrati oggi mantengono l’indice tamponi-positivi all’1.7% e Fontana ribadisce quindi che “i nostri numeri sono positivi. Non lo dico ad alta voce – aggiunge – per scaramanzia e per evitare di dire che abbiamo finito questa battaglia.

Bisogna ancor stare attenti, metterci di impegno e rispettare le regole imposte, non correre inutili rischi perché altrimenti tutto quello che abbiamo fatto in questi tre mesi dall’inizio di questa tremenda epidemia può vanificarsi e non possiamo permettercelo. Ma io confido, perché i lombardi sono gente seria che sa capire”.

Inizia quindi una settimana che vedrà martedì l’arrivo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Codogno, una visita che Fontana definisce “un messaggio di speranza, di fiducia e di vicinanza di tutto il Paese nei confronti di chi ha sofferto così tanto”.

E poi mercoledì la riapertura degli spostamenti interregionali anche per la Lombardia, contro la quale alcuni governatori hanno avanzato più di una critica. Già domani la Lombardia farà un altro passo verso la normalità grazie alla nuova ordinanza regionale che consente la riapertura di palestre, piscine, circoli culturali e ricreativi, oltre che per parchi tematici e di divertimento.

Resta almeno fino al 14 giugno l’obbligo su tutto il territorio regionale di portare la mascherina o altri indumenti per coprire le vie respiratorie anche all’aperto, così come la misurazione della temperatura per il datore di lavoro e per i dipendenti, così come per i clienti dei ristoranti.

In vigore fino al 14 giugno resta, per ora, anche l’ordinanza comunale con cui il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha vietato la vendita di bevande alcoliche d’asporto dopo le 19, ma “le cose stanno procedendo bene”, spiega Sala, e “se tutto continuerà così, io tornerò sui miei passi”, togliendo anche questo l’obbligo.