Lanciata la Crew Dragon, con lei una nuova era spaziale

Il lancio della capsula Crew Dragon dalla storica base americana di Cape Canaveral
Il lancio della capsula Crew Dragon dalla storica base americana di Cape Canaveral (fonte: NASA TV)

ROMA. – Lanciata la Crew Dragon. Sta sfrecciando verso la Stazione Spaziale la capsula della SpaceX diventata ormai un simbolo: dopo nove anni restituisce agli Stati Uniti la capacità di portare uomini nello spazio.

A innovare radicalmente quello che d’ora in poi sarà lo scenario dei voli spaziali c’è poi il fatto che il veicolo spaziale di Elon Musk sancisce in modo definitivo l’ingresso dei privati nello spazio, promettendo un cambiamento radicale destinato a fare dello spazio un’impresa alla portata di tutti, a partire dalle aziende.

Si è deciso per il ‘go’ nonostante le condizioni meteo non fossero ottimali, con nubi e pioggia sul Kennedy Space Center e con gli indicatori di cumulonembi e fulmini che segnavano rosso. Poi un improvviso miglioramento e quando mancavano 45 minuti al lancio si è deciso per andare avanti e il propellente è stato caricato.

E’ tangibile l’entusiasmo per questa missione senza precedenti, il cui simbolo più popolare è diventato l’hashtag #LaunchAmerica e nella quale degli astronauti tornano a partire dal suolo degli Stati Uniti dopo ben 11 anni, ossia dall’uscita di scena dello Space Shuttle. Un lancio che è un simbolo per gli Stati Uniti, al quale il presidente Donald Trump ha voluto assistere personalmente.

“E’ incredibile”, è stato il suo primo commento al lancio, al quale ha assistito al suo vice Mike Pence. Orgoglioso l’amministratore capo della Nasa, Jim Bridenstine, ha detto: “per la prima volta dopo nove anni abbiamo lanciato astronauti americani un razzo americano sal suolo americano”.

Il razzo Falcon 9 e la capsula Crew Dragon, entrambi della SpaceX, sono partiti dalla storica piattaforma 39/A, la stessa dalla quale partivano le missioni Apollo per la Luna e poi gli Shuttle che hanno permesso di costruire la Stazione Spaziale. A bordo ci sono i veterani della Nasa Doug Hurley (54 anni) e Bob Behnken (50) .

La loro missione, chiamata Demo2, è il secondo test della capsula Crew Dragon, che nel marzo 2019 aveva fatto il primo volo di prova senza equipaggio diretta alla Stazione Spaziale. In quella missione, chiamata Demo1, la capsula aveva portato a bordo oltre 180 chilogrammi di materiali e rifornimenti e a bordo non c’erano uomini, ma solo un manichino, Ripley, che con i suoi sensori aveva fornito dati utili sulle sollecitazioni che avrebbero subito i futuri astronauti destinati a volare sulla capsula.

AstroDoug e AstroBehnken adesso dovranno dimostrare definitivamente che la navetta di Elon Musk è in grado di portare uomini in orbita e di restituire agli Stati Uniti la capacità di portare uomini nello spazio.

“Un passo ulteriore verso un cambiamento epocale”, ha definito la missione il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Giorgio Saccoccia: è il simbolo di una nuova concezione dello spazio destinata a coinvolgere tutti i protagonisti del mondo spaziale, dalle agenzie governative alle industrie, e che vede emergere un ruolo importante giocato dai privati.

Un primato, quello della Crew Dragon, nel quale c’è anche un po’ di Italia, che grazie alla base dell’Asi in Kenya, il Broglio Space Center di Malindi, fa parte delle stazioni di tracking che seguono il volo della Crew Dragon verso la Stazione Spaziale.

Come previsto, infine, il primo stadio del razzo Falcon 9 è rientrato a Terra, posandosi sulla piattaforma Asds, (Autonomous Spaceport Drone Ship), mentre la capsula si è separata dal secondo stadio del razzo e per proseguire il viaggio verso la Stazione Spaziale.

(di Enrica Battifoglia/ANSA)