Dal gin ai disinfettanti, la riconversione delle distillerie

Un gel disinfettante per le mani prodotto dalla Distilleria Gin58 di Londra
Un gel disinfettante per le mani prodotto dalla Distilleria Gin58 di Londra. (extranews)

LONDRA. – Meno gin, più gel (igienizzante): un cambiamento temporaneo, imposto dall’emergenza coronavirus e sfruttato da numerose micro-distillerie nel Regno Unito, come altrove nel mondo, per attutire il contraccolpo económico causato dalla pandemia sul mercato dell’alcol.

Da Londra a Edimburgo, decine di birrifici e distillerie stanno destinando le loro riserve di etanolo per la produzione di gel disinfettante. Una scelta obbligata dalla chiusura prolungata per lockdown di bar, ristoranti e soprattutto pub, che ha però consentito a molte aziende di continuare a tirare avanti.

“Il 95% della nostra produzione di gin era destinata ai locali – ha spiegato all’ANSA Carmen O’Neal, direttrice di Gin58, apprezzata etichetta londinese di gin -. Da tre mesi è tutto fermo. Rischiavamo di dover chiudere per sempre”. A salvare l’azienda è stata la telefonata di una charity che ha chiesto una donazione di 50 bottiglie di gel disinfettante.

“Pensavano che ne producessimo, in realtà non sapevamo neppure come si facesse – ha proseguito O’Neal -. Dopo quattro giorni di lavoro ininterrotto, non solo avevamo donato la prima fornitura, ma era pronta una linea dedicata”.

Da allora, nei due mesi successivi, Gin58 ha confezionato più di 50 mila bottiglie di gel disinfettante, vendute – donazioni a parte – ad ospedali, polizia e ora anche ai singoli negozi. Un prodotto di successo in questo momento, ma che resterà nel portfolio dell’azienda anche quando l’emergenza sanitaria sarà rientrata.

“Ci ha assicurato una visibilità mediatica che prima non avevamo. Oltre a garantirci, in una fase di grave incertezza finanziaria, le entrate necessarie a coprire i costi”. Nel giro di un mese pub e bar del Regno dovrebbero intanto riaprire, in base alle indicazioni del governo Johnson, ma per tornare ai consumi pre-Covid – secondo O’Neal – servirà tempo.

E la nuova normalità sarà diversa. “La paura e il distanziamento interpersonale – è la previsione della numero uno di Gin58 – hanno modificato, temo per sempre, il modo di bere. Si berrà molto più a casa, meno nei luoghi pubblici. É per questo che abbiamo cambiato la nostra distribuzione”: meno ingrosso, più dettaglio. Lo spettro dellasobrietà forzata è comunque escluso.

Lascia un commento