Aneddoti olimpici: quando il talento di Owens fece infuriare Hitler

Owens vinse 4 medaglie d'or nei Giochi Berlino 1936. foto cortesia

CARACAS – Berlino doveva essere la città dei Giochi Olimpici già nel 1916, ma la Prima Guerra Mondiale cambiò i piani della Germania che, dichiarata ufficialmente la responsabile principale del conflitto, fu esclusa dal Comitato Internazionale Olimpico, e solo nel 1925 fu riammessa.

Appena rientrata dalla sospensione, la Germania, in occasione di Amsterdam 1928, aveva ripreso vigore in seno al Comitato olimpico tedesco (DOA, Deutschen Olympische Ausschuss) l’idea di chiedere quei Giochi già ottenuti in passato.

Accanto alla capitale tedesca, risultavano candidate anche Alessandria d’Egitto, Barcellona, Budapest, Buenos Aires, Colonia, Dublino, Francoforte sul Meno, Helsinki, Norimberga e Roma: undici aspiranti, una folla mai vista prima e si attendeva anche la proposta di Istanbul. Ma alla fine la spuntò Berlino.

Hitler fece di tutto per far vedere al mondo non solo dei giochi perfetti e spettacolari, ma anche una Germania che sotto la sua guida doveva sembrare un paese pacifico, tollerante e florido. Durante i giochi cessò qualsiasi propaganda contro gli ebrei e furono eliminati tutti i cartelli e le scritte discriminatori – per riapparire poco dopo.

Per rassicurare le voci critiche, il governo garantì pubblicamente un libero accesso ai giochi per tutti, anche agli ebrei. Ma nell’estate del 1936, nella “Hitlerjugend”, la gioventù nazista,  circolava una canzone che diceva: “Nach der Olympiade schlagen wir die Juden zu Marmelade” (Dopo le olimpiadi picchiamo gli ebrei finché diventano marmellata).

Hitler voleva usare i giochi per dimostrare che la razza ariana era superiore a tutti. Dal punto di vista sportivo queste olimpiadi furono un grande successo per gli atleti tedeschi che conquistarono per la prima volta il primo posto nella classifica delle medaglie.

Ma il successo dei teutoni fu eclissato dallo statunitense Jesse Owens che riuscì a vincere 4 medaglie d’oro (nei 100 m, 200m, nella staffetta 4x100m e nel salto in lungo) mandando in delirio il pubblico presente sugli spalti.

Hitler non fu molto contento che Jesse Owens, un atleta afroamericano di colore, fosse in quei giorni al centro dell’attenzione di tutto il mondo, anche perché contraddisse platealmente la sua teoria della superiorità della razza ariana.

(di Fioravante De Simone)

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