Imprese senza fiducia, le famiglie chiedono Reddito di emergenza

Cartello sul reddito di cittadinanza in un ufccio del Inps.
Un ufficio di un centro di assistenza fiscale. (ANSA)

ROMA.  – Morale a terra per le imprese italiane. L’abbattimento causato dal Coronavirus si ritrova anche nelle cifre dell’Istat sul clima di fiducia. L’umore è nero anche per le famiglie, anche se l’indicatore non sprofonda.

Ma va registrata una forte richiesta del Reddito di Emergenza, con quota 100 mila richieste raggiunta in una manciata di giorni.

Per le aziende l’indice segna il livello più basso da sempre. Un minimo storico, mai registrato da quando è iniziata la serie statistica, ovvero dal 2005. Un dato pesante, che fa registrare un dimezzamento rispetto ai valori pre-pandemia. E la rilevazione si riferisce a maggio, mese che ha segnato la fine del lockdown.

Non è possibile però fare il confronto con aprile e quindi capire se almeno rispetto a un mese di blocco totale una qualche, seppur minima, risalita ci sia stata. La casella di aprile è vuota e così resterà. Non a caso. In quel periodo l’Istituto di statistica si è trovato a dover interrompere le indagini proprio per via del virus.

Che sia stato un aprile “horribilis” ce lo dice tutto il resto, incluso il comercio estero extra Ue, con l’export precipitato del 44,2%. Il peggior calo dalla nascita del mercato unico. Era il 1993. Scendono anche gli acquisti ma non come le vendite. Per esempio cresce l’import di “manufatti di materie tessili e, in particolare, di dispositivi e indumenti di protezione”. Il pensiero va a mascherine e camici.

A rimetterci è la bilancia commerciale, che vira in “rosso”, anche se per ora il disavanzo si ferma a 148 milioni. Ma eravamo sopra di 3 miliardi giusto ad aprile dell’anno scorso.

Anche per i consumatori, per le famiglie, l’umore è nero, ai minimi da fine 2013, ma sembrano tenere, non sprofondando nella disperazione. Ad angosciare è quel che succede fuori dalla porta di casa, gli andamenti economici del Paese nel suo complesso, più che le situazioni singole, individuali. I timori poi sembrano più sull’oggi che sul domani. Come a dire: “andrà tutto bene”.

Confcommercio giudica “verosimile” una ripresa della fiducia mese su mese ma resta la preoccupazione per settori come il turismo. Impensierisce pure l’accumulo generalizzato delle scorte. I magazzini sono ritenuti sufficientemente equipaggiati.

Soprattutto davanti a una domanda che a confronto con il passato non può che essere debole. La cosa potrebbe rappresentare un ulteriore freno alla produzione. Per Confersercenti c’è solo un aggettivo per definire le stime dell’Istat: “allarmanti”. Da qui l’appello dell’associazione: “Serve una svolta”. Intanto i consumatori del Codacons raccomandano ai commercianti di fermare i rincari e cancellare le “tasse Covid”.

A suggerire che magari degli spiragli possano aprirsi sono i numeri di Bruxelles. Lo stato d’animo economico, il cosiddetto “sentiment”, a maggio mostra i primi segni più, dopo due cali record consecutivi. L’indicatore sale in Olanda e Germania. Non va invece in Francia, dove le ultime stime danno una disoccupazione in fortissimo aumento.

Sul fronte lavoro in Italia non ci sono ancora, a livello di statistiche, cifre che diano un riscontro preciso degli effetti della pandemia. Bisognerà aspettare i primi di giugno. Stando però alle previsioni dell’Istat, più precisamente alle analisi d’impatto, la sospensione delle attività nei mesi di marzo e aprile si tradurrà in una riduzione dell’occupazione, che a fine anno conterà quasi 400 mila posti in meno.

Quel che al momento risulta certo è l’invio all’Inps di oltre 100 mila domande di Reddito di emergenza, a meno di una settimana dallo start. C’è tempo fino al mese prossimo per fare richiesta del sussidio, tra i 400 e gli 800 euro. La previsione del governo è che possa interessare circa 2 milioni di persone.

L’Inps fa inoltre sapere che il bonus di 600 euro per gli autonomi è stato finora liquidato a 4 milioni di lavoratori. Altri punti fermi potranno essere messi domani, quando l’Istat pubblicherà la seconda lettura del Pil relativo al primo trimestre (la stima è -4,7%).

(Marianna Berti/ANSA)

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