Lancio storico di Crew Dragon, missione dei primati

Il Falcon 9, il razzo della azienda SpaceX, con una capsula Dragon durante i preparativi per il suo lancio nel Centro Spaziale Kennedy, a Cabo Cañaveral, Florida. (AP/David J. Phillip)
Il Falcon 9, il razzo della azienda SpaceX, con una capsula Dragon durante i preparativi per il suo lancio nel Centro Spaziale Kennedy, a Cabo Cañaveral, Florida. (AP/David J. Phillip)

ROMA. – Tutto è pronto per il lancio destinato a restare nella storia dell’era spaziale: Elon Musk restituisce il sogno agli americani e li fa tornare nello spazio con una navetta costruita da un privato.

Si prepara a partire dal Kennedy Space Center base di Cape Canaveral con due astronauti a bordo, restituendo dopo 9 anni agli Stati Uniti la possibilità di lanciare una missione da una base sul suolo americano.  Un lancio storico, dopo il quale nulla sarà più come prima nella politica dei voli spaziali e nell’esplorazione.

Pesa l’incognita del maltempo, con una tempesta che incombe appena a Nord del sito di lancio e che dà il 50% di probabilità di condizioni meteo favorevoli al volo, ma a Cape Canaveral continua a scorrere il display che scandisce il conto alla rovescia per il lancio della capsula Crew Dragon della SpaceX di Elon Musk, che dopo l’uscita di scena dello Space Shuttle, nel 2011, porterà in orbita degli astronauti dal suolo americano per conto della Nasa.

#LaunchAmerica è l’hashtag della missione, chiamata Demo2, il cui lancio è previsto alle 22,33 italiane alla presenza, come nelle grandi occasioni, del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e del suo vice Mike Pence.

La capsula è pronta sul razzo riutilizzabile Falcon 9 della SpaceX, sulla storica rampa 39/A da cui sono partite le missioni Apollo dirette alla Luna e poi quelle dello Space Shuttle. Ad affrontare la missione, che li porterà sulla Stazione Spaziale Internazionale, sono gli astronauti Doug Hurley e Bob Behnken, entrambi veterani della Nasa.

Hanno raggiunto la rampa di lancio a bordo di una Tesla nelle loro tute disegnate dal costumista dei supereroi hollywoodiani Jose Fernandez; prima di entrare hanno salutato. Hanno anche avuto il tempo per telefonare alle famiglie.

“Il ritorno degli Stati Uniti alla capacità di trasportare di equipaggi dopo l’ultimo volo dello Shuttle, nel 2011, è un elemento politico e industriale molto importante”, ha osservato il capo del Gruppo di esplorazione dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), Bernardo Patti. “Accade in modo molto diverso rispetto al passato, quando lo Space Shuttle era un veicolo istituzionale, costruito e operato dal governo Usa.

Adesso – ha rilevato – il veicolo spaziale è di proprietà ed e’ operato da un’industria privata”. In questo caso la SpaceX lo fa per la Nasa, ma in futuro potrebbe vendere voli a privati, qualora si facessero avanti”. Dopo questo lancio, ha aggiunto,  gli astronauti europei potranno tornare a volare anche dagli Stati Uniti, primi fra tutti il francese Thomas Pesquet nel 2021 e l’italiana Samantha Cristoforetti, probabilmente nel 2022. “Potranno volare su un veicolo americano, ma è presto per dire se sarà un veicolo della SpaceX o della Boeing”.

Il lancio della Crew Dragon è un evento storico anche per il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche per lo spazio, Riccardo Fraccaro, per il quale  “la new space economy compie un balzo in avanti, confermando che sinergia tra pubblico e privato è vincente. Il prossimo step sarà la Luna e anche in questa missione l’Italia avrà un ruolo da protagonista”.

(di Enrica Battifoglia/ANSA)

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