Guerra al voto per posta, Trump contro la California

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. (ANSA/EPA)

NEW YORK.  – La campagna elettorale americana cerca di ripartire ed è subito scontro. Mentre Joe Biden riappare in pubblico per la prima volta in due mesi, i repubblicani fanno causa alla California per fermare l’ipotesi di un voto via posta per le elezioni di novembre.

E Donald Trump minaccia il North Carolina: se il governatore non assicurerà la totale capienza dello Spectrum Center di Charlotte, dove è in calendario la convention dal 24 al 2 agosto, allora sarà necessario trovare una nuova sede per l’evento.

“Non lo vorrei fare ma potrei essere costretto” a rivedere la scelta, ha twittato il tycoon, proseguendo la sua ‘tempesta social’ del lungo fine settimana del Memorial Day.

Una tempesta in cui ha attaccato il suo ex ministro della Giustizia Jeff Session, il rivale Biden e il giornalista di MSNBC Joe Scarborough, accusandolo indirettamente, tramite una teoría della cospirazione che non ha mai trovato riscontro, dell’omicidio della sua ex assistente Lori Klausutis nel 2001.

Un attacco dietro l’altro che Trump ha sferrato dal campo da golf, tornato a calcare dopo due mesi. Buche che lo hanno costretto a difendersi da una valanga di critiche sulla sua presenza sul green mentre l’America è vicina al traguardo delle 100.000 vittime per coronavirus. “É stata la prima volta che ho giocato in quasi tre mesi. Barack Obama giocava sempre”, ha cinguettato il presidente.

Nella furia di Trump su Twitter è finita anche l’ipotesi del voto via posta per novembre. “I democratici vogliono truccare le elezioni, è chiaro e semplice”, ha sentenziato. Il tycoon si oppone fermamente all’ipotesi, appoggiato dal suo partito: il voto per posta apre ai brogli, è la convinzione dei conservatori, e quindi va evitato a tutti i costi.

L’ipotesi è comunque al vaglio di diversi Stati, non solo la California ma anche il repubblicano Arizona che, temendo una seconda ondata di coronavirus in autunno, si preparano a un’alternativa al voto in persona. Ma il Republican National Committee non vuole correré rischi e ha già fatto causa alla liberal California.

“I democratici continuano a usare la pandemia come strumento per perseguire la loro agenda faziosa e il decreto del governatore Gavin Newsom è l’ultimo attacco diretto all’integrità delle nostre elezioni”, ha tuonato il presidente del Republican National Committee Ronan McDaniel.

Dopo un blocco di due mesi la corsa alla Casa Bianca riparte così fra molte incertezze, dalle convention alle modalità di voto, e con tempi dettati dal coronavirus. L’unica certezza è la voglia di Trump di tornare a fomentare la sua base e lanciare l’affondo finale per la rielezione.

(di Serena Di Ronza/ANSA)