Coronavirus in Italia: calano malati e decessi. In Lombardia serve verifica

Coronavirus in Italia: in bicicletta nel Parco Biblioteca degli Alberi a Milano nel giorno della Fase2
Coronavirus in Italia: in bicicletta nel Parco Biblioteca degli Alberi a Milano nel giorno della Fase2.. ANSA/MATTEO CORNER

ROMA. – L’emergenza coronavirus fa registrare un buon segnale dall’inizio delle riaperture di una settimana fa circa: i contagiati non aumentano, ed è questo, dicono gli esperti, il dato più significativo della giornata anche in previsione dei prossimi 15 giorni. Sono 531 i nuovi positivi a Covid-19 oggi contro i 669 di ieri, secondo il bollettino quotidiano della Protezione Civile.

Riflettori puntati anche oggi sulla Lombardia dove a fare scalpore è il dato di zero decessi sul quale si stanno concentrando le verifiche. L’assenza di nuovi decessi per Covid-19, per la prima volta dall’inizio dell’epidemia a febbraio, potrebbe infatti essere causata dalla mancata trasmissione dei dati dalla rete ospedaliera e dalle anagrafi dei Comuni.

È, d’altra parte, già capitato, in occasione di festività o fine settimane degli scorsi mesi, che i dati non fossero del tutto aggiornati e quelli mancanti siano stati aggiunti il giorno dopo. I contagiati in Lombardia sono 285 in più di ieri quando erano stati 441.

Anche dopo le riaperture di una settimana fa “i contagiati non stanno aumentando e questo è un buon segnale ma non è definitivo”. Bisogna aspettare altre due settimane. Se fra 15 giorni i contagi non aumenteranno “il segnale allora confermerà che la situazione è sotto controllo”, spiega l’economista sanitario, Cesare Cislaghi. Ma il virus, dice l’esperto “continua a circolare” e serve “cautela”.

In generale in Italia, sono 56.594 i malati di coronavirus, 1.158 meno di ieri, quando il calo era stato di 1.570 mentre sono 50 le vittime nelle ultime 24 ore, escludendo per il numero di morti in Lombardia nello stesso arco temporale. I morti salgono così a 32.785, escludendo il dato della Lombardia non ancora pervenuto. Ieri l’aumento complessivo era stato di 130 vittime.

Sono 553 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per Coronavirus, 19 meno di ieri. Di questi, 197 sono in Lombardia, due meno di ieri. I malati ricoverati con sintomi sono invece 8.613, con un calo di 82 rispetto a ieri, mentre quelli in isolamento domiciliare sono 47.428, con un calo di 1.057 rispetto a ieri. Di contro sono saliti a 140.479 i guariti e i dimessi per il coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a ieri di 1.639. Sabato l’aumento era stato di 2.120.

“Finché non ci sono evidenze di altra natura che il virus si stia ripiegando su se stesso – prosegue Cislaghi – la realtà è che continua a circolare e ad essere attivo soprattutto nei territori già maggiormente colpiti quindi la prudenza non guasta mai, senza fare catastrofismo né essere riduzionisti”. “Per fortuna – spiega ancora Cislaghi – non ci sono segnali negativi ma, appunto, il segnale di un virus che continua a circolare”.

Da qui l’importanza del dato sui contagiati che consente la “valutazione del momento”. Mentre i dati su decessi e guariti si riferiscono a un periodo che va indietro anche di 30 giorni, riferisce l’esperto. “C’è adesso da capire se il contagio andrà diminuendo”, dice Cislaghi considerando che i numeri tra la domenica e il martedì sono sempre minori rispetto alla parte centrale della settimana per via della trasmissione dei dati nel week end. Per l’analisi “servono medie settimanali”, spiega Cislaghi.

“Riprendiamo alcuni aspetti normali della vita – aggiunge – ma con moderazione e cautela. Bisogna fare in modo di non passare dal buio al solleone, anche se sicuramente non c’è più buio”. “La ricetta – conclude Cislaghi – è far riavviare tutto ciò che effettivamente serve per difendere l’economia ma moderare tutto ciò che non è essenziale in attesa di vedere che strada prenderà il virus”.

(di Elisabetta Guidobaldi/ANSA)

Lascia un commento