Governo indica l’election day il 13 settembre, è polemica

Preparativi per le elezioni suppletive, relative al collegio uninominale Umbria 2 del Senato, indette dopo le dimissioni di Donatella Tesei, indipendente in quota Lega, eletta residente della Regione
Preparativi per le elezioni suppletive, relative al collegio uninominale Umbria 2 del Senato, indette dopo le dimissioni di Donatella Tesei, indipendente in quota Lega, eletta residente della Regione, 7 marzo 2020. Ansa/Federica Liberotti

ROMA. – Un election day il 13 settembre, quando fa ancora caldo e i rischi di una risalita del contagio sono minori. Non fa a tempo ad essere formulato, l’orientamento del governo, che monta la polemica. I dubbi di alcuni governatori, dell’opposizione e di un pezzo di maggioranza su una campagna elettorale agostana per regionali, comunali e referendum costituzionale, aprono un nuovo confronto.

Di “scelta condivisa” parla il premier Giuseppe Conte. Ma la data torna a ‘ballare’ e la discussione arriva sul tavolo dei capi delegazione. E’ il sottosegretario Achille Variati a svelare l’orientamento del governo, nella discussione in commissione alla Camera sul decreto in materia elettorale che è in fase di conversione ed è atteso in Aula la prossima settimana.

La relatrice M5s Anna Bilotti presenta un emendamento per permettere di svolgere il voto anche prima del 15 settembre, prima data prevista dal decreto. E Variati spiega che secondo il parere del Comitato tecnico scientifico è meglio convocare gli italiani alle urne prima che le temperature inizino ad abbassarsi e cresca il rischio di contagio da Coronavirus.

Il 13 settembre è la data proposta per far svolgere le regionali in Campania, Veneto, Puglia, Liguria, Marche, Valle D’Aosta, ma anche le comunali, il referendum per il taglio dei parlamentari e le elezioni suppletive per Camera e Senato.

Ma in serata emerge che in alternativa al Viminale si ragiona del 20 o del 27 settembre, date che però cadrebbero in corrispondenza con festività ebraiche. L’obiettivo del governo è mettere d’accordo maggioranza e opposizione, ma anche ridurre al massimo i rischi di contagio: di qui l’election day, che poco piace ad alcuni partiti.

Non è facile poi convincere governatori come Giovanni Toti, che per primo con Luca Zaia aveva proposto il voto a luglio: “O si vota il 26 luglio o nelle prime due settimane di settembre: dopo ricominceranno le scuole”, ribadisce il governatore ligure.

Se i presidenti volessero forzare la mano e anticipare il voto prima di agosto, spiega una fonte di maggioranza, potrebbero anche dimettersi in massa, ma “per fortuna” l’ipotesi non sembra sul tavolo.

L’election day al ritorno dalle vacanze non piace però a +Europa e ai Verdi, che con Benedetto Della Vedova e Angelo Bonelli, arrivano a parlare di “grave forzatura” e attacco alla democrazia, per le difficoltà che ci sarebbero nel raccogliere le firme per le candidature ad agosto.

“Conte con chi ha condiviso la scelta?”, domanda polemico da Fi Francesco Paolo Sisto. Mentre da Iv Marco Di Maio non solo solleva perplessità per l’accorpamento delle regionali al referendum ma solleva anche il problema di una campagna elettorale agostana.

(di Serenella Mattera/ANSA)