Ue: Italia tuteli lavoratori, eviti ritardi pagamenti

Operai al lavoro all'interno di uno stabilimento tessile del napoletano, in un'immagine d'archivio
Operai al lavoro all'interno di uno stabilimento tessile del napoletano, in un'immagine d'archivio.( ANSA/ CIRO FUSCO)

BRUXELLES.  – Dinnanzi alla crisi del coronavirus, l’imperativo è salvare l’economia e sostenere i lavoratori. Soltanto in futuro si tornerà a parlare di conti pubblici e regole di bilancio.

Nelle sue raccomandazioni economiche – presentate oggi dal vicepresidente Valdis Dombrovskis e dal responsabile per l’economia Paolo Gentiloni – la Commissione Ue, complice la sospensione del Patto di stabilità, usa toni meno allarmistici sull’Italia e incoraggia il governo ad “adottare tutte le misure necessarie per affrontare efficacemente la pandemia, sostenere l’economia e la ripresa”.

A partire dalla tutela del già fragile mercato del lavoro. Tradotto: servono garanzie per i lavoratori e le Pmi su reddito e liquidità, evitando ritardi nei pagamenti.

Un occhio di riguardo deve poi andare ai lavoratori atipici che, più degli altri, si trovano senza paracadute sociali. E poi, anche in vista degli eventuali prestiti previsti dal Recovery Fund, l’Italia deve spingere sul rafforzamento del sistema sanitario, già provato dall’emergenza Covid-19, e sugli investimenti “green”.

Interventi che faranno schizzare il deficit al 10,4% quest’anno, con uno scostamento dal parámetro del 3% “eccezionale ma non temporaneo”. Da ridiscutere, insomma, in futuro. Quando il Patto di Stabilità sarà riattivato e le regole torneranno quelle di sempre. Passata la recessione, l’Italia dovrà dunque impegnarsi nel “raggiungere un bilancio pubblico equilibrato a medio termine e garantire la sostenibilità del debito”, avverte la Commissione Ue che un anno fa, proprio a seguito delle raccomandazioni, era stata sul punto di avviare una procedura d’infrazione.

Oggi Bruxelles registra che tutti gli Stati membri sono di colpo sprofondati nella recessione da una situazione di crescita. Inevitabilmente, “i deficit andranno ben sopra il 3%”. Una tendenza tanto più vera per l’Italia, che non solo sforerà ancora una volta i parametri del deficit nel 2020, ma non ha nemmeno rispettato il criterio di riduzione del debito nel 2019.

Nonostante questo, per ora non c’è “evidenza sufficiente” per stabilire se “il criterio del debito sia o non sia soddisfatto” quest’anno. A differenza dei tempi normali, però, “non ci saranno procedure” né per l’Italia né per gli altri, ha chiarito Dombrovskis.

Nel medio termine, a crisi terminata, Bruxelles tornerà a ragionare di aggiustamenti ciclici di bilancio, partendo dalla situazione economica in cui si troveranno i Paesi. E l’Italia sarà chiamata a garantire la sostenibilità del suo debito pubblico.

(di Valentina Brini/ANSA)

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