PARIGI. – Non un terremoto politico, ma un segnale, una sorta di “spina nel fianco” della maggioranza: il partito di Emmanuel Macron, La Republique en Marche (LREM), che dal giugno 2017 aveva la maggioranza da solo in Assemblée Nationale, perde i pezzi.
Per la precisione, 7 deputati. Quel tanto che basta per scendere di un’unità sotto quota 289, quella necessarie per “fare da soli”. Con un drappello di 288 parlamentari, per far approvare le leggi il governo dovrà contare sugli alleati centristi, in particolare il MoDem.
A partire verso altri lidi – quelli ‘verdi’ del nuovo grupo (il nono in Assemblée Nationale, appena battezzato ‘Ecologie Démocratie Solidarité’) – sono stati 10 deputati di altri gruppi insieme con 7 del partito macronista. Questi ultimi hanno in Matthieu Orphelin (vicino all’ex ministro dell’Ecologia Nicolas Hulot) e Cédric Villani (l’ex matematico che si è presentato alle elezioni per sindaco di Parigi contro la candidata ufficiale di LREM, Agnès Buzyn) i principali punti di riferimento.
Il malessere di frange del partito macroniano di ispirazione ecologista o piuttosto di sinistra – di fronte a quelli che definiscono cedimenti a destra del governo – non è una novità.
La fuoruscita dei 7 deputati era nell’aria da mesi, poi la crisi del Coronavirus ha congelato ogni decisione. Orphelin sostiene, anzi, che altri esponenti del partito del presidente si uniranno al nuovo gruppo “nelle prossime settimane”. Il gruppo sostiene di essere “indipendente”, situato politicamente “né con la maggioranza, né all’opposizione”. E respinge al mittente ogni accusa di “tradimento”, affermando che è “piuttosto la maggioranza ad essersi allontanata dagli impegni del 2017”.
Fra gli altri 10 deputati del gruppo, spicca l’ex ministra socialista dell’Ecologia, Delphine Batho, l’unica che non sia stata eletta con le liste di Macron (gli altri sono usciti dal gruppo nei mesi scorsi). Come gli altri, si impegna anche lei ad “approvare e sostenere” le proposte che si riveleranno “all’altezza delle sfide” ma ad “opporsi in tutti gli altri casi”.
Politicamente, la maggioranza accusa il colpo, anche se ufficialmente quanto accaduto viene liquidato nei corridoi del Palazzo come “agitazione” a livello parlamentare. Dal giugno 2017, le donne e gli uomini di Macron in Assemblée Nationale sono diminuiti da 314 a 288.
“La maggioranza ha sempre la maggioranza”, ha commentato il presidente della camera bassa del parlamento, Richard Ferrand, ricordando gli alleati centristi del MoDem, che sono 46 fidati alleati. ”
La maggioranza non è in pericolo, assolutamente no”, ha rincarato il ministro degli Esteri, Jean-Yves Le Drian. Anche perché i numeri potrebbero tornare di nuovo a dar ragione a LREM se la “supplente” di Olivier Gaillard, (uno dei fuorusciti che dovrebbe lasciare il suo posto di deputato per diventare sindaco) si unirà al grupo della maggioranza in Parlamento.
(di Tullio Giannotti/ANSA)