Gel e mascherine, l’abbigliamento a prova di contagio

Un negozio di abbigliamento al centro di Roma
Un negozio di abbigliamento al centro di Roma. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA. – L’imperativo è uno: indossare guanti e mascherine ed entrare nei negozi per acquistare finalmente un capo di abbigliamento. Anche se non è necessario, ma solo per ritrovare un po’ di normalità. E far tirare un sospiro di sollievo agli esercenti.

E se per molti di loro c’è l’entusiasmo del primo giorno di scuola, altri hanno deciso di restare chiusi “in segno di protesta per le misure del governo insufficienti a far fronte ai debiti generati in queste settimane per affitti, bollette e tasse. Siamo un migliaio a Roma, ma iniziative simili ci sono state in tutta Italia”.

E se l’alta moda ha riaperto un po’ ovunque, con le vetrine dei salotti dello shopping tornate a scintillare da via Montenapoleone a via Condotti ma poco frequentate per l’assenza di turisti, ad essere presi d’assalto però sono stati i magazzini ‘low cost’ con code già dalla mattina. Così se nel quadrilatero della moda di Milano gli afflussi sono timidi, davanti alla Rinascente in corso Vittorio Emanuele c’erano in coda 50 persone.

Negozi vuoti nel centro di Firenze: chi voleva togliersi lo sfizio di acquistare un capo si è messo pazientemente in coda davanti alle catene meno costose, come H&M e Zara. Folla nelle strade dello shopping a Napoli dove però non tutti, come in altre città, hanno riaperto “a causa di provvedimenti tardivi”.

Code anche nei negozi di Avellino e al centro di Torino, dove in alcuni viene misurata la temperatura prima di entrare, e cartelli di accoglienza a Bari: sulle vetrine c’è scritto ‘Bentornati’, ‘Ci siete mancati, entrate’, ‘Siamo così felici di vederti’, con dispenser all’entrata, obbligo di guanti e mascherine, sanificazione dei capi provati e non indossati.

Presi d’assalto gli Ovs, come a Roma: “Non ci aspettavamo nemmeno noi tanto afflusso”, spiegano da dietro le mascherine i cassieri. Qui è d’obbligo l’uso della mascherina e dei guanti. Dispenser con gel disinfettante sono in tutto il negozio e ci sono percorsi distinti per entrare e per uscire. Gli abiti non si possono misurare “ma è possibile fare il reso. In quel caso il capo consegnato sarà in magazzino per 72 ore per poter poi essere rimesso in vendita”.

Anche da Upim i camerini sono chiusi da piante ornamentali, ma qui i capi resi vengono sanificati. La titolare di ‘Via Monaco’ a Roma ha anche un pulitore a 100 gradi che ha la forma di un phon e che viene usato dopo la prova dei capi: “Non abbiamo avuto ancora clienti – spiega Tiziana verso le 12 – ma aspettiamo. Mi auguro che le persone diano fiducia ai negozi di vicinato, noi siamo qui”.

Anche Federica Cocco di ‘Mania’ alla Garbatella sanifica i capi con il vapore: “Finalmente le mie clienti sono ritornate nel negozio, non vedevo l’ora di ripartire”.

Da oggi comunque il panorama cittadino, rispetto ai giorni scorsi, è cambiato. Lo si evince non solo dal maggior numero di persone uscite di casa ma anche dalle buste di compere appena fatte: non sono più solo pesanti e piene di frutta e verdura, ma anche di vestiti e accessori magari superflui. E dietro le mascherine qualcuno ricomincia a sorridere per la normalità che sta lentamente tornando.

(di Simona Tagliaventi/ANSA)

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