Powell dice no a tassi negativi, più aiuti a economia

Il presidente della Fed Jerome Powell.
Il presidente della Fed Jerome Powell. (ANSA)

NEW YORK. –    Il coronavirus ha innescato una “crisi senza precedenti” con il rischio di cicatrici durature. Di fronte ai significativi rischi al ribasso, all’economia americana potrebbero servire “ulteriori aiuti” pubblici dal Congresso che, seppur “costosi”, possono aiutare a “evitare danni di lungo termine e favorire una ripresa più forte”.

Jerome Powell lancia l’allarme su una ripresa possibilmente più lenta delle attese, e la possibilità che i problemi di liquidità possano trasformarsi in problemi di insolvenza.

Il presidente della Fed ribadisce la disponibilità della banca centrale a usare tutti gli strumenti a sua disposizione a sostegno dell’economia, ad eccezione dei tassi di interesse negativi. Senza far riferimento esplicito a Donald Trump, Powell spiega che la posizione della banca centrale sui tassi negativi “non è cambiata”: “non sono un’opzione che stiamo valutando”.

Nelle scorse settimane il presidente della Fed aveva definito l’ipotesi come una “risposta politica non appropriata” anche alla luce del fatto che la loro efficacia è dubbia. “C’è chi li sostiene. Noi riteniamo che abbiamo un buon set di strumenti ed è quello che stiamo usando”, dice Powell respingendo così le avance del presidente americano secondo il quale gli Stati Uniti meriterebbero il “regalo” di tassi negativi.

L’invito di Powell al Congresso a stanziare ulteriori aiuti all’economia arriva mentre i democratici propongono nuove misure di sostegno per 3.000 miliardi di dollari, che si andrebbero a sommare ai 3.000 miliardi già stanziati.

Si tratta comunque di un piano non destinato ad avere un gran seguito: la Casa Bianca lo ha già definito “non serio”, mentre i repubblicani preferiscono attendere e vedere l’evoluzione degli eventi prima di un nuovo intervento che, secondo i democratici, andrebbe ad aiutare anche gli stati e gli enti locali.

Ma attendere può rivelarsi più costoso che agire. “La risposta economica è stata tempestiva e ampia ma potrebbe non essere quella finale data l’elevata incertezza e i significativi rischi”, dice Powell gelando le borse.

Le piazze finanziarie chiudono tutte in forte calo, con Parigi maglia nera in Europa in calo del 2,85%. Francoforte cede il 2,56%. Milano arretra invece del 2,14% appesantita da banche e petrolio. In forte calo anche Wall Street che, freddata da Powell, paga anche i timori del riaccendersi delle tensioni fra Stati Uniti e Cina.

Timori alimentati dalla decisione del fondo pensione dei lavoratori federali di ritardare investimenti in società cinesi come chiesto dalla Casa Bianca, secondo la quale si tratta di investimenti che mettono a pericolo la sicurezza nazionale e rischiosi in caso di sanzioni a Pechino per il coronavirus.