Che vacanze in estate? Al mare o in montagna, ecco come cambiano

Fila di ombrelloni aperti su una spiaggia vuota.
Fila di ombrelloni aperti su una spiaggia vuota.(ANSA)

ROMA. – Garantire la vacanza, mantenendo però la giusta distanza. E’ il rebus dell’estate. Il Comitato tecnico scientifico sta mettendo a punto le regole per una stagione turistica che vede gli operatori sul sentiero di guerra. Dalle spiagge ai rifugi d’alta quota, le indicazioni degli esperti per frenare al diffusione del Covid sicuramente non aiuteranno il fatturato del settore. Ed anche i vacanzieri dovranno cambiare abitudini: dai turni sotto gli ombrelloni all’addio al buffet, alle tende in montagna, al turismo di prossimità (che, tradotto, significa vicino casa) che prevarrà sulle mete esotiche.

Il premier Giuseppe Conte ha voluto rassicurare gli italiani: “quest’estate – ha spiegato – non staremo al balcone e la bellezza dell’Italia non rimarrà in quarantena. Potremo andare al mare, in montagna, godere delle nostre città. E sarebbe bello che gli italiani trascorressero le ferie in Italia, anche se lo faremo in modo diverso, con regole e cautele. Attendiamo l’evoluzione del quadro epidemiologico per fornire indicazioni precise su date e programmazione”.

E nella bozza del dl Rilancio è contenuto un bonus, sotto forma di tax credit, di 500 euro a famiglia (300 euro per i nuclei di due persone e 150 per la singola persona) con un reddito Isee non superiore a 35.000 da spendere proprio per le vacanze sul territorio nazionale. I tanti connazionali che dovranno forzatamente rinunciare al viaggio all’estero, potrebbero risollevare l’industria turistica tricolore, che già lamenta un calo del 68% delle prenotazioni estive dall’estero.

Ma mancano ancora certezze sulle forme che prenderà questa inedita estate. E’ il Cts che produrrà a breve le linee guida per le strutture dell’accoglienza, mentre un apposito gruppo di lavoro della task force guidata da Vittorio Colao si concentrerà sull’aspetto economico di turismo-arte-cultura.

La stella polare degli esperti del Comitato è naturalmente il distanziamento sociale, con il divieto di assembramento. Le indicazioni saranno flessibili, nel senso che saranno influenzate dall’andamento della curva dei contagi e dunque ci potranno essere allentamenti o inasprimenti se la diffusione del virus o richiederà.

L’obbligo di tenere la distanza di sicurezza cambierà il volto degli stabilimenti balneari. Gli ombrelloni saranno decimati: verrà stabilita la distanza minima tra un ombrellone e l’altro. La Regione Emilia Romagna pensa ad un’area di 10,5 metri quadrati per ogni ombrellone, il doppio dello spazio attuale. Le zone comuni, docce, bar, ecc., dovranno essere sanificate costantemente.

Dispenser di igienizzanti saranno a disposizione. Bagnini o steward dovranno verificare il rispetto delle prescrizioni. Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha ipotizzato di dotare tutti i bagnanti di un braccialetto che emetta un suono o una vibrazione quando si avvicini troppo ad un altra persona. Chiusure notturne degli stabilimenti sono preventivabili per la pulizia. Possibili ingressi ed uscite separati.

Nelle spiagge libere spetterà ai Comuni – e non sarà semplice – vigilare su distanze ed assembramenti e prevedere un contingentamento degli accessi. Alberghi e villaggi dovranno ridurre la capacità ricettiva per evitare contatti troppo ravvicinati e nelle aree comuni dovrebbe esserci obbligo di mascherina. Per colazioni e pranzo, niente più buffet, ci saranno diversi turni. Complicato anche pensare all’animazione per i bambini. Numero chiuso per le piscine.

Stop al turismo di massa, dunque, ma anche le mete più sostenibili, come i rifugi d’alta quota risentiranno dell’effetto Covid. Niente più camerate per il riposo degli escursionisti, si pensa alla possibilità di montare tende in prossimità delle strutture. Quanto ai tavoli esterni per i pasti, bisogna fare i conti con le temperature che possono essere rigide.

(di Massimo Nesticò/ANSA)

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