Scuole riaperte in Francia, test cruciale per Macron

Un cittadino con mascherina visita la Torre Eiffel a Parigi.
Un turista con mascherina visita la Torre Eiffel a Parigi. (ANSA/EPA)

PARIGI. – É stata una delle giornate più delicate nella fase 2 della guerra al coronavirus. Almeno in Francia, dove migliaia di scuole materne ed elementari hanno riaperto i battenti dopo due mesi di chiusura, un vero e proprio test per l’attuale amministrazione di Emmanuel Macron.

Contrariamente all’Italia, Parigi scommette su una ripresa degli studi prima di settembre, anche se in modo limitato, progressivo e sotto alta sorveglianza. Una decisione che nonostante un bilancio tutto sommato positivo, almeno per le prime 24 ore, continua a suscitare timori e perplessità di alcuni tra genitori e insegnanti, ma anche parte del mondo scientifico rispetto al rischio di nuovi contagi da Covid-19.

Per il ministro dell’Istruzione, Jean-Michel Blanquer è stato solo un inizio. “Ricominciamo qualcosa, è la prima volta nella storia dell’Istruzione Pubblica che ci troviamo a Dover fare una cosa del genere”, ha detto durante una visita presso una scuola di Palaiseau, nell’hinterland di Parigi.

“Ovviamente bisogna rispettare rigide norme sanitarie. Anche quando c’è una crisi, un’epidemia, sappiamo organizzarci, ovviamente con numerose difficoltà ed ovviamente molti ostacoli da superare”, ha avvertito.

Per rispondere ai timori di famiglie ed insegnanti, le scuole materne ed elementari chiamate ad accogliere circa un milione di giovanissimi hanno introdotto un rigido protocollo per scongiurare una nuova fiammata di contagi.

David Lekowicz, 38 anni, ha accompagnato la figlia di 6 anni nella scuola in cui è iscritta a Marsiglia. “Era tutto organizzato benissimo – dice citato dall’agenzia France Presse – c’erano dei segni a terra. I bimbi sono stati accolti all’ingresso della scuola dalla preside e all’interno tutti gli adulti portavano la mascherina”. “Sono molto felice di aver ripreso il cammino della scuola insieme ai miei alunni”, dichiara Samantha Carpentier, prof al Lycéee Jules Lefebvre di Amiens, nel nord del Paese, intervistata a fine giornata da BFM-TV.

“É andata benone, anche se è stata una giornata abbastanza particolare – racconta la donna – Stamattina, ho illustrato ai bambini tutte le misure di sicurezza da adottare in classe. A fine giornata mi hanno detto che la cosa più difficile è stata il distanziamento sociale perché i bimbi amano il contatto. Difficile per loro anche non potersi scambiare materiale come libri, quaderni e piccoli oggetti”.

Tra le regole per rimettere in moto le scuole, lavarsi le mani a ripetizione, mascherina obbligatoria per gli insegnanti, rispetto permanente del distanziamento sociale, limitazione del numero di alunni per classe. Per Blanquer, una delle principali sfide “è andare a cercare gli alunni più in difficoltà”, quelli cioè che vivono in contesti sociali difficili, magari di povertà o emarginazione, e per cui la scuola resta un fondamentale appiglio.

“É una questione sociale, quando c’è magari il figlio di un vicino che getta la spugna, dobbiamo andare a prenderlo, spingerlo verso la scuola”, ha detto. Per tentare di placare i timori, l’esecutivo ha inoltre lasciato libera scelta ai genitori di decidere se mandare o meno i figli a scuola.

La riapertura di materne ed elementari continuerà in modo progressivo nei prossimi giorni per un totale potenziale di 1,5 milioni di alunni. Da parte loro i sindacati denunciano una decisione “prematura” e sono tante le mamme e i papà che preferiscono tenere i figli a casa in un contesto in cui il nemico invisibile continua a circolare e Oltralpe ha già causato oltre 26.000 morti.

(di Paolo Levi/ANSA)

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