Reparti Nbc dell’Esercito per sanificare le chiese di Roma

Squadre specializzate nel campo Chimico, Biologico, Radiologico e Nucleare (Cbrn) dell'Esercito italiano equipaggiate con specifici dispositivi di bonifica
Squadre specializzate nel campo Chimico, Biologico, Radiologico e Nucleare (Cbrn) dell'Esercito italiano equipaggiate con specifici dispositivi di bonifica, Roma, 12 maggio 2020. ANSA/uFFICIO STAMPA ESERCITO

ROMA. – Conto alla rovescia nelle parrocchie italiane per la ripresa delle messe dal prossimo lunedì. La Fase due delle celebrazioni “con popolo” entra nel vivo addirittura con l’Esercito italiano che da domani, su specifica richiesta del Vicariato di Roma, darà il via alle attività di sanificazione delle aree esterne e interne delle chiese capitoline attraverso le squadre specializzate dei settori Chimico, Biologico, Radiologico e Nucleare (Cbrn), equipaggiate con specifici dispositivi di bonifica.

L’attività, spiega lo Stato maggiore dell’Esercito, “procederà secondo uno specifico calendario per blocchi di Municipi e prevede la sanificazione di oltre 337 chiese parrocchiali che insistono sul territorio della Diocesi di Roma e avrà inizio presso la Basilica Don Bosco nella mattinata di domani mentre nel pomeriggio verrà sanificata la Parrocchia del Divino Amore”.

Ma in questo contesto di emergenza c’è anche chi fa da sé, come il prevosto di Lecco, don Davide Milani, che per la prestigiosa basilica di San Niccolò che guida come parroco, ha messo in piedi un’organizzazione da fare invidia alla sede della Ferrari a Maranello. Tutto grazie a volontari.

Il primo passo è stato identificare un Covid manager e un responsabile della sicurezza. “Sono entrambi due parrocchiani, che si sono offerti mettendo le loro competenze al sevizio della comunità ecclesiale – spiega all’ANSA -. In effetti, il primo è proprio un esperto di sicurezza che ha già applicato i protocolli alla Magneti Marelli e insieme a lui abbiamo studiato il piano di messa in sicurezza con i calcoli in base alla capienza dell’edificio e gli altri esami.

Il secondo, anche lui un professionista, dichiarerà la sicurezza del luogo. La nostra filosofia è che il percorso di sicurezza inizia a casa quindi chiediamo anche al fedele di valutare se le sue condizioni possono esporre a un potenziale rischio contagio gli altri”.

“Prenotare la messa – spiega ancora don Davide – non è l’unico modo per partecipare alla funzione ma è fortemente consigliato, anche per vedere se c’è posto o non c’è posto. In questo modo almeno evitiamo che la gente venga alle stesse messe e si creino assembramenti. Sul sagrato ci saranno dei distanziometri e ad ogni persona che entra daremo un posto numerato.

Ci saranno almeno 6 volontari ad assicurare un buono svolgimento delle procedure. Poi ci sono i totem con il gel igienizzante all’interno e al termine di ogni celebrazione, sempre i volontari, igienizzeranno la basilica”.

Una basilica Covid free passa chiaramente da una completa rivoluzione della suo calendario. “Abbiamo cambiato tutti gli orari – continua don Milani – per garantire che trascorra almeno un’ora da una messa all’altra. Senza mascherine non si entra, le porte resteranno spalancate in modo che non si tocchino maniglie per aprirle”.

E infine, l’ultimo passaggio, quello che, al fondo, interessa di più i fedeli. “Per la comunione passiamo noi celebranti al posto, chi desidera riceverla rimane in piedi in modo da farsi individuare. Gliela porgiamo sulle mani, il fedele abbassa la mascherina e prende la comunione”.

“La cosa più importante, che mi sta più a cuore – sottolinea il don – è che stiamo facendo una catechesi per celebrare insieme la domenica e cercando i volontari stiamo riscoprendo come, grazie a questa prova che non avremmo voluto ma c’è, il cristiano è al servizio dell’eucaristia”.

(di Nina Fabrizio/ANSA)

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