La Francia riapre. Scuole al via, al lavoro in bici

Un cittadino con mascherina visita la Torre Eiffel a Parigi.
Un turista con mascherina visita la Torre Eiffel a Parigi. (ANSA/EPA)

PARIGI.  – La Francia riapre dopo 7 settimane di lockdown: scuole pronte a riaccogliere nei prossimi giorni gli studenti, fabbriche e cantieri che a fatica si rimettono in moto, negozi che tirano su le saracinesche.

Tutto con grande prudenza: metà del Paese è ancora colorato di rosso nelle cartine della sorveglianza sanitaria, le metropolitane mettono paura per la folla che a tratti sembra impossibile da distanziare e le autorità ripetono di avere già pronti i piani per nuove chiusure di intere regioni in emergenza.

L’attesissima ripartenza dell’11 maggio è cominciata all’insegna dell’ennesimo flop organizzativo: il via libera dei giudici del Consiglio costituzionale non è arrivato in tempo per rendere operativa la legge dalla mezzanotte. E per l’intera giornata – l’ok, con un paio di “censure”, è arrivato solo in serata – le regole sono state applicate facendo appello al “senso di responsabilità” dei cittadini.

Una qualità, questa, che nelle strade finalmente rianimate della capitale francese non è sembrata oggi fare difetto: grazie anche ad una giornata di vento e pioggia dopo un lockdown di costante sole estivo, i parigini non si sono abbandonati a nessun eccesso. Composti, quasi tutti con la mascherina, rari gli assembramenti, i francesi hanno rispettato in generale le regole.

A spaventare i parigini sono soprattutto le metropolitane, specie le regionali, quelle che non possono essere sostituite facilmente dalle biciclette. In centro, infatti, il Comune ha ancora moltiplicato le piste ciclabili, arrivando a chiudere alle auto in superficie tutto l’asse centrale della linea 1 del metro’ – quella che passa dalla Bastiglia a rue de Rivoli, place de la Concorde e poi gli Champs-Elysées – per consentire di attraversare la capitale da est a ovest in bici.

Il risultato è che a fine giornata la temibile prima giornata di ripresa sui mezzi di trasporto si è svolta con calma e disciplina. Ad eccezione di qualche momento di tensione registrato in mattinata sulla RER B e D (i treni che vanno in banlieue).

Per i bambini delle materne ed elementari il rientro è fissato nei prossimi giorni, ma oggi è toccato agli insegnanti rientrare, riaprire le aule e cominciare a disporre i banchi in modo da non superare i 15 allievi per lezione, tutti alla giusta distanza.

Negozi di abbigliamento e calzature, parrucchieri, diversi ristoranti con attività da asporto, tutti i commercianti hanno ricominciato con fatica e disciplina, dopo 55 giorni di chiusura, a ricevere i clienti.

Il ministro della Salute Olivier Véran ha ripetuto quanto detto negli ultimi giorni: “Non si esclude di richiudere” se i parametri – soprattutto nelle zone a sorveglianza rafforzata, come Parigi e l’Ile-de-France – dovessero peggiorare. “La situazione sanitaria del paese resta fragile”, ha detto.

E, nel suo rapporto reso pubblico proprio oggi, l’uomo incaricato dal governo di coordinare la riapertura, Jean Castex, ha chiaramente avvertito di tenersi pronti alla marcia indietro: “un ri-confinamento urgente deve poter essere anticipato”, ha scritto, invocando la “reversibilità delle misure” adottate da oggi per rimettere in moto in Paese nel caso di ripresa del virus.

Disciplina e rispetto delle regole del distanziamento, mascherine e igiene sono importanti ma non basteranno: serve la capacità di testare, di rifornire di materiale gli ospedali, il personale sanitario e la popolazione, di mettere in piedi il “contact tracing” che finora è soltanto teoria.

Véran ha ripetuto che la Francia è ormai in grado di procedere ai 700.000 test a settimana promessi. Ma dopo la penuria di mascherine, di tamponi e i tanti ritardi fin qui accumulati, i francesi – confermano i sondaggi – non si fidano. E affrontano con estrema diffidenza questa fase di ritrovata libertà.

(di Tullio Giannotti/ANSA)

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