Eni: Covid pesa 150 milioni, sfida mercato con 2 miliardi bond

Logotipo dell'Eni.
Logotipo dell'Eni. (ANSA)

ROMA.  – L’effetto Covid-19 ha avuto sull’Eni un impatto di 150 milioni nel primo trimestre dell’anno. Ma la società, forte della posizione solida in cui si trova, prova a sfidare il mercato, con l’emissione di due bond del valore nominale complessivo di 2 miliardi di euro con durata di 6 e 11 anni. Lancio concluso con successo, con l’Eni che chiude piatta in Borsa in una giornata di perdite per i petroliferi.

Le due emissioni, decise dal cda del 23 aprile, “sono volte a  mantenere una struttura finanziaria equilibrata in relazione al rapporto tra indebitamento a breve e a medio-lungo termine e alla vita media del debito di Eni”, spiega la società. Il prestito obbligazionario di 6 anni, che ha un ammontare di 1 miliardo, paga una cedola annua dell’1,250% e ha un prezzo di re-offer di 99,308%.

Il bond a 11 anni, sempre da 1 miliardo, paga una cedola annua del 2,000% e ha un prezzo di re-offer di 99,941%. Le obbligazioni, che saranno negoziate presso la Borsa di Lussemburgo, sono state acquistate da investitori istituzionali principalmente in Francia, Germania, Regno Unito e Italia.

Nonostante le sfide che sta ponendo il Coronavirus, che ha portato in rosso i conti del trimestre (2,9 mld di perdita netta) e costretto il Gruppo a rivedevere il Piano industriale e abbassare le previsioni del prezzo del Brent, il Cane a Sei Zampe conferma con forza l’impegno sulla decarbonizzazione.

Eni vuole “giocare un ruolo determinante in questo processo, lungo un percorso che ci porterà ad essere una società carbon neutral nel lungo termine. Oggi più che mai, nonostante le nuove importanti sfide” poste dal Covid, “vogliamo confermare il nostro impegno in questa direzione”, assicura la società nelle risposte agli azionisti in vista dell’assemblea del 13 maggio.

Riunione che ha all’ordine del giorno il rinnovo dei vertici e l’approvazione del bilancio e che, per l’emergenza in corso, si svolgerà con la sola presenza del rappresentante designato della società (per questo le risposte sono state anticipate per permettere ai soci di decidere il voto in tempo utile).

Rispondendo agli azionisti, Eni chiarisce che se gli obiettivi di crescita nel piano quadriennale sono organici e “quindi non dipendono da acquisizioni”, per quanto riguarda potenziali dismissioni, ci sono “diverse opzioni”, che saranno valutate “in coerenza con l’evoluzione dello scenario”.

Esclusa invece qualunque “delocalizzazione”. Come per la decarbonizzazione, impegno confermato anche per le rinnovabili, anche se l’emergenza sanitaria potrebbe provocare “eventuali rallentamenti” per possibili ritardi nelle autorizzazioni e per le restrizioni nei movimenti di merci e persone.

Sul fronte delle rinnovabili, comunque, la società “nei prossimi quattro anni investirà 2,6 miliardi di euro con l’obiettivo di raggiungere una capacità installata di 3 GW al 2023 e 5 GW al 2025”.

Investimenti finalizzati ad una diversificazione geografica e tecnologica. In particolare, proseguiranno i progetti in Italia, verrà rafforzata la presenza in Usa, Africa, Australia e Kazakhstan e si valuta “il potenziale ingresso in paesi emergenti principalmente in Asia”.

Sul fronte tecnologico, oltre al solare, fotovoltaico e l’eolico onshore, è previsto anche l’uso di sistemi di accumulo e lo sviluppo della tecnologia per lo sfruttamento del moto ondoso. Interesse anche per l’eolico offshore. Sulle rinnovabili, infine, Eni non esclude il ricorso a fusioni e acquisizioni “selettive” di asset e progetti, se coerenti con le proprie strategie e qualora rappresentino un’opportunità.

Sono invece rinviati al miglioramento delle condizioni di contesto sia gli “investimenti upstream” che quelli “in rinnovabili, ora posticipati”. C’è da aspettare anche per capire come evolverà lo scenario sul prezzo del Brent: Eni ha abbassato le previsioni a 45 e a 55 dollari al barile per  il 2020 e per il 2021 e “provvederà, eventualmente, ad aggiornare nei prossimi mesi lo scenario di riferimento di breve e medio/lungo periodo”.

(di Enrica Piovan/ANSA)

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