L’Iran colpisce “per errore” una sua nave, 19 morti

Un motoscafo della Guardia Rivoluzionaria iraniana punta un arma contra la petroliera britannica Stena Impero, nello stretto di Hormuz. Immagine d'archivio.
Un motoscafo della Guardia Rivoluzionaria iraniana punta un arma contra la petroliera britannica Stena Impero, nello stretto di Hormuz. Immagine d'archivio. (Morteza Akhoondi/Tasnim News Agency- AP)

ISTANBUL.  – Stavolta non è stato colpito un obiettivo civile, come nel caso del Boeing ucraino abbattuto lo scorso 8 gennaio dai Pasdaran sui cieli di Teheran, facendo 176 mmorti. Ma ancora una volta un missile sparato “per errore” dall’Iran provoca una tragedia.

L’incidente di fuoco amico è avvenuto ieri pomeriggio durante un’esercitazione militare nel Golfo di Oman, ma è stato rivelato solo oggi. La fregata Jamaran ha colpito la nave da appoggio Konarak al largo del porto di Bandar-e Jask, sulla costa meridionale della Repubblica islamica, uccidendo almeno 19 marinai e ferendone altri 15, due dei quali sono ricoverati in terapia intensiva.

I vertici dell’esercito e il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif hanno presentato le condoglianze alle famiglie delle vittime a nome delle autorità. Secondo i militari, la nave di supporto logistico è stata centrata “dopo aver spostato un obiettivo dell’esercitazione verso la sua destinazione, senza mettere una distanza sufficiente tra sé e l’obiettivo stesso”.

Fabbricata nei Paesi Bassi e introdotta nella flotta iraniana già prima della Rivoluzione islamica del 1979, la Konarak era lunga 47 metri con un peso base di 447 tonnellate e montava a bordo 4 missili da crociera. Nelle immagini scattate subito dopo l’incidente e diffuse dai media iraniani, la nave è apparsa pesantemente danneggiata, in parte sotto il livello dell’acqua e avvolta da un spessa nube di fumo nero.

Il mezzo è stato rimorchiato a riva per svolgere le necessarie “inchieste tecniche”, ha spiegato l’esercito, invitando a “evitare ogni speculazione”.

Di certo, la credibilità dei militari di Teheran aveva già subito un duro colpo negando per giorni la verità sull’abbattimento del jet ucraino, avvenuto nel contesto dei timori di una possibile rappresaglia americana dopo il bombardamento poche ore prima della base Usa di Ayn al-Asad in Iraq in risposta all’uccisione del generale Qassem Soleimani.

Il nuovo “errore” avviene in un momento di rinnovate tensioni con gli Stati Uniti nel Golfo Persico, dopo le reciproche accuse di manovre provocatorie delle scorse settimane.

E anche quest’ultimo incidente accade nei pressi dello Stretto di Hormuz, passaggio cruciale per il commercio petrolífero mondiale, che dallo scorso anno è pattugliato da una coalizione navale a guida americana dopo una serie di sequestri di petroliere da parte dei Pasdaran.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)

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