Coronavirus: supercomputer alleati per combatterlo

Il supercomputer Marconi (fonte: Cineca) e nel cerchio la struttura della proteina Spike del virus SarsCoV2
Il supercomputer Marconi (fonte: Cineca) e nel cerchio la struttura della proteina Spike del virus SarsCoV2 (fonte: 5-HT2AR, Wikipedia)

ROMA. – Passare in rassegna enormi quantità di molecole per individuare in tempi record farmaci contro il nuovo coronavirus, inseguire le mutazioni del SarsCoV2 per progettare vaccini efficienti, elaborare modelli e fare simulazioni: tutto questo diventa possibile, e in tempi rapidi, grazie all’alleanza dei supercomputer italiani con la ricerca volta a conoscere meglio il virus mai visto finora responsabile della pandemia e a combatterlo.

Sono otto milioni le ore di calcolo messe a disposizione dei ricercatori grazie all’accordo firmato dai principali enti italiani impegnati nel supercalcolo: a unire le forze sono stati il Consorzio Interuniversitario per il Calcolo Automatico (Cineca), il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Cmcc), l’Enea e il Centro Nazionale delle Tecnologie Informatiche e Telematiche (Cnaf) dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).

L’iniziativa è promossa dall’associazione Big Data, che raccoglie il 70% della capacità di calcolo in Italia, in collaborazione con la fondazione Big Data for Human Development. E’ questa la risposta alla grande esigenza di calcolo richiesta dalla ricerca sul virus mai visto responsabile della Covid-19.

L’accesso veloce ai principali sistemi di supercalcolo è possibile ai progetti relativi agli ambiti più diversi potranno. La rapidità è davvero essenziale in questa fase, come dimostra l’accelerazione delle ricerche sulle mappe genetiche del nuovo coronavirus, che sono diventate ormai migliaia in tutto il mondo e tutte liberamente accessibili e modificabili: analizzarle in modo veloce ha permesso di progettare molti degli oltre 90 vaccini che hanno avviato la sperimentazione o che si preparano a farlo, di progettare farmaci specifici e di cercare, tra le migliaia di farmaci esistenti, quelli potenzialmente in grado di contrastare il virus.

Proprio l’esigenza della rapidità è considerata dal bando: ricercatori di tutte le nazionalità, purché affiliati a istituzioni italiane sia pubbliche sia private, possono presentare propri progetti di ricerca in via continuativa; le proposte vengono quindi esaminate da una commissione tecnico-scientifica ed entro un paio di giorni potranno avere il via libera.