Trump: ripartire anche a costo di più morti

Gente camminando con distanza sociale in una strada di New York.
Gente camminando con distanza sociale in una strada di New York. (ANSA/EPA/JASON SZENES)

WASHINGTON.  – L’America deve ripartire, costi quel che costi, anche se ci saranno più morti. Donald Trump tira dritto per la sua strada, nonostante negli Stati Uniti i pazienti contagiati dal coronavirus siano ormai oltre 1,2 milioni e le vittime più di 71 mila.

Non solo: le ultime previsioni parlano di un raddoppio dei decessi entro giugno (circa 3.000 al giorno) se si andrà avanti con la fine delle restrizioni. Insomma, la pandemia è ben lungi dall’essere domata.

Ma il tycoon, a sei mesi dalle elezioni, ha fretta di voltare pagina, di avviare quella fase 2 che, a macchia di leopardo, è già in atto in molti Stati Usa, anche quelli in cui scoppiano nuovi focolai che – è l’allarme degli esperti – rischiano di finire fuori controllo.

Del resto i dati economici evidenziano sempre più una crisi mai vista, quella che potrebbe costare la rielezione al tycoon. Gli ultimi numeri indicano oltre 20 milioni di posti di lavoro persi nel settore privato solo ad aprile. E venerdì è atteso il dato shock sulla disoccupazione che dovrebbe schizzare in un solo mese dal 4,4% al 16% e oltre.

Ecco allora che per Trump è arrivato il momento di dismettere i panni di “presidente di guerra”, la guerra contro il virus, e indossare quelli a lui più congeniali del leader votato alla ricostruzione dell’economia del Paese. “Ci saranno altre persone infettate, altri morti? Sì, ma dobbiamo riaprire il nostro Paese, e dobbiamo farlo presto”, le parole del presidente americano.

“Il virus passerà, con o senza il vaccino, e dobbiamo tornare alla normalità”. E pazienza per quello che dicono gli scienziati, il virologo Anthony Fauci o l’immunologa Deborah Birx, figure che sembrano destinate ad essere sempre più marginali nella gestione della pandemia.

Il tycoon vuole infatti smantellare la task force di esperti della Casa Bianca vista sempre più come un ostacolo ai suoi piani. Anche se nelle ultime ore a regnare è la più totale confusione.  Prima il vicepresidente Mike Pence conferma la fine della task force entro giugno, poi lo stesso Trump parla di un nuovo gruppo di lavoro.

Infine in un tweet il tycoon torna sulle sue parole e afferma che la task force “continuerà a lavorare indefinitamente avendo però come focus la riapertura, la sicurezza e anche i vaccini e le terapie”. “Ma potremmo aumentare o ridurre i membri ove opportuno”, precisa, lasciando il dubbio sulla fine che faranno Fauci e Birx, i due massimi esperti.

“La riapertura e la fine delle restrizioni dipendono dai fatti, non dalle emozioni o dai calcoli politici”, attacca intanto il governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo, che deve fare i conti con una situazione ancora pesante. Il calo dei decessi e del numero dei ricoveri è ancora “terribilmente lento”, ha detto, con New York che ha fatto registrare 462 morti nei primi due giorni della settimana.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

Lascia un commento