Alt imprese a calo ore-stessa paga. Superbonus a 110%

Negozi chiusi nella via Borgo Pio, verso Piazza San Pietro pressoché deserta.
Tavolini su strada nella via Borgo Pio, verso Piazza San Pietro . (ANSA/ ALESSANDRO DI MEO)

ROMA.  – Lo Stato che di fatto si accolla i lavori di ristrutturazione in chiave green e anti-sismici, con ecobonus e sismabonus che diventano un superbonus al 110%.

Buoni fino a 500 euro per acquistare biciclette e altri mezzi per la mobilità “alternativa”. E 200 milioni destinati ai soli Comuni delle zone rosse, i più martoriati dal Coronavirus.

Mentre il governo illustra a tutti i rappresentanti delle attività produttive il pacchetto di aiuti per le imprese del prossimo decreto di maggio, incassando un altolà dei grandi all’idea di cali di orario a busta paga inalterata in cambio di formazione, si delineano anche le misure di dettaglio che arriveranno con la maxi-manovra da 55 miliardi.

Le imprese chiedono indennizzi e non prestiti. Licenziamenti bloccati e cassa integrazione che vada di pari passo. E non vedono di buon occhio la proposta del ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, di rivedere gli orari di lavoro nel periodo dell’emergenza e ridurli destinando quelle ore alla formazione (pagata almeno in parte dallo Stato).

Mentre i rappresentanti del mondo del commercio e dell’artigianato chiedono di riaprire prima possibile anche negozi, bar, ristoranti, attività artigianali, per evitare il collasso del sistema del commercio e delle piccole imprese.

Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri illustra lo schema che l’esecutivo ha studiato, in attesa del via libera europeo alle nuove regole sugli aiuti di Stato: e conferma tre diversi interventi legati alla dimensione e al fatturato delle imprese.

Per le più piccole sono in arrivo ristori a fondo perduto – lo stesso anche per le aziende del turismo, ha assicurato il ministro Dario Franceschini – in base alle perdite causate dall’epidemia.

Per le medie, tra 5 e 50 milioni di fatturato, dovrebbe esserci un intervento a sostegno della patrimonializzazione, “pari passu” tra imprenditore e Stato (probabilmente attraverso Invitalia) mentre per le grandi scenderebbe in campo Cdp.

Negli incontri con le sigle datoriali il governo avrebbe anche confermato l’intenzione di rinviare ancora le scadenze fiscali da giugno a settembre e illustrato l’idea di proporre anche degli incentivi per le aggregazioni (anche per gli studi professionali).

Le imprese hanno chiesto anche di valutare il nodo della responsabilità da Covid come infortunio sul lavoro, da legare quantomeno al mancato rispetto delle regole sulla sicurezza sul lavoro e interventi per rilanciare gli investimenti. Una parte delle misure per sbloccare i cantieri potrebbe essere anticipata nel decreto Maggio in arrivo, negli auspici, entro la fine di questa settimana.

Di sicuro si tenterà la spinta alla riconversione green degli edifici, con i lavori di casa attivati da inizio luglio che potranno godere di una detrazione al 110% (attualmente ecobonus e simabonus si fermano, solo in determinati casi, all’85%).

Il nuovo super-incentivo potrà anche essere richiesto come sconto in fattura o ceduto a banche e intermediari finanziari. In più anche la polizza antisismica si potrà scontare del 90%.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)

Lascia un commento