Coronavirus: nuovi test su plasma, ma esplode la polemica

Una donna dona il sangue per trasfusione plasma.
Una donna dona il sangue per trasfusione plasma.. EPA/Zoltan Balogh

ROMA. – Dopo quelle in corso a Mantova e Pavia, partono nuove sperimentazioni sulla terapia dal plasma dei guariti contro il Covid-19. Ma scoppia anche la polemica, con la presa di posizione del leader della Lega Matteo Salvini che ha attaccato il ‘silenzio’ del governo rispetto a questa potenziale arma di cura.

“Perché su cure con il plasma iperimmune il governo non chiede nulla e l’Istituto superiore di sanità Iss se ne disinteressa? Molti cittadini – ha affermato Salvini in diretta Facebok – potrebbero avere il dubbio che siccome il plasma è gratis, non c’è dietro un business milionario, allora è meglio occuparsi di altro. Perché a livello di governo non se ne parla?”.

Quindi, rivolgendosi ai suoi sostenitori, li invita a “fare sapere agli italiani quello che molte tv nascondono: c’è una cura al plasma di cui nessuno parla. Perché non sperimentarla a livello nazionale? Perché il silenzio del ministero della salute e dell’Iss?”.

E fanno discutere anche le “fake news” in circolazione, interviene il virologo dell’Università di Milano Roberto Burioni. Le notizie sull’uso del plasma da convalescenti che girano su Whatsapp, afferma, sono “sciocchezze”, riferendosi ad un messaggio molto condiviso in queste ore di Mauro Rango, dottore nelle Mauritius.

Oggi “è la giornata del whatsapp di Mauro Rango che da isole lontane ci comunica che la cura già esiste ma ‘non cielodicono’ – scrive Burioni -. Per piacere, diventate capaci di distinguere da soli le sciocchezze dalle cose serie, soprattutto se siete miei colleghi. E se vi rendete conto che sono sciocchezze non le diffondete. Il Paese sta attraversando un momento difficile e l’ultima cosa di cui ha bisogno sono false notizie che possono disorientare i cittadini”.

Intanto, la ricerca continua il suo corso. Al Policlinico di Pavia e all’ospedale di Mantova, il plasma iperimmune è stato infuso in 52 pazienti di Covid-19 con esiti confortanti (a Mantova è guarita anche una donna incinta di 28 anni). Presto si traccerà un primo bilancio di questa prima fase di sperimentazione.

Il primario di pneumologia all’ospedale Carlo Poma di Mantova, Giuseppe De Donno, ha infatti annunciato che “tra pochi giorni pubblicheremo la nostra produzione scientifica sulla plasmaterapia”. Nei “48 pazienti arruolati – ha spiegato – non abbiamo avuto alcun decesso, anzi sono tutti guariti. Chiedo ai nostri legislatori che una volta pubblicato il lavoro ci diano la possibilità di usare il plasma iperimmune come si usano altri farmaci perché – ha concluso – è un’arma che agisce contro il coronavirus”.

E sono già più di 250 i pazienti guariti che si sono recati al San Matteo di Pavia per donare il plasma. Parallelamente, nuove sperimentazioni stanno partendo: entro poche settimane, anche la Puglia potrà contare su un laboratorio per la sperimentazione sul proprio territorio della immunoterapia passiva con plasma raccolto da pazienti guariti. Saranno coinvolti nella sperimentazione tutti i reparti Covid pugliesi individuati dal piano ospedaliero dell’emergenza. Test per la plasmaterapia sono partiti pure all’ospedale di Pisa.