Da Losanna ultimo no a Schwazer,”ma non è finita”

Il marciatore Alex Schwazer, campione olimpico della 50 km a Pechino 2008 di 16. L'atleta olimpico, medaglia d'oro a Pechino 2008.
Il marciatore Alex Schwazer, campione olimpico della 50 km a Pechino 2008 di 16. L'atleta olimpico, medaglia d'oro a Pechino 2008. ANSA / TELENEWS

BOLZANO.  – La storia infinita di Alex Schwazer si arricchisce di un ulteriore capitolo. Da Losanna arriva infatti un’ulteriore battuta d’arresto nella sua marcia verso un ritorno alle gare, secondo i media locali “la sberla definitiva”.

Ma l’altoatesino resta convinto che il sogno dei giochi olimpici a Tokyo non sia comunque tramontato, ma solo rinviato. A questo punto l’unica strada rimasta è peró quella dell’assoluzione a Bolzano.

Il tribunale federale svizzero con sede a Losanna “ha respinto” – così la stampa svizzera – la richiesta di annullamento della squalifica di 8 anni inflitta ad Alex Schwazer nell’estate 2016 per positività al testosterone emersa dopo un controllo a sorpresa del primo gennaio dello stesso anno. I legali di Alex si erano rivolti al tribunale svizzero, che aveva però respinto una richiesta di sospensiva, dopo che il Tas aveva a sua volta rigettato il ricorso.

“Non è stata pronunciata l’ultima parola”, mette però in chiaro l’avv. Gerhard Brandstaetter, il legale di Alex Schwazer. “Gli articoli di stampa – aggiunge – si basano semplicemente sulle motivazioni del respingimento dell’istanza cautelare”.

L’avvocato bolzanino da anni segue Schwazer nei processi con la stessa fedeltà e convinzione con la quale Sandro Donati lo assiste sul versante atletico. Brandstaetter è convinto che alla fine di questa lunga ‘marcia’ Alex potrà uscire dalle aule di tribunale alzando le braccia. Tutto dipende ora dall’esito del processo per doping in corso in tribunale a Bolzano.

“Attendiamo con fiducia che i gravi indizi vengano suffragati dal procedimento penale in corso “, ribadisce il suo legale. Nessuna novità insomma dal tribunale federale svizzero? “Torneremo a Losanna con prove consolidate, che per il momento sono solo gravi indizi. Attendiamo perciò la perizia il 30 giugno”, ha concluso Brandstaetter. Salvo rinvii per l’emergenza Covid.

A ormai otto anni dalla sua prima squalifica alla viglia di Londra 2012 non è stata pronunciata l’ultima parola nel “caso Schwazer”. Reo confesso dopo il primo stop, nega categóricamente di essersi dopato dopo e sostiene che le sue urine prelevate durante un controllo il primo gennaio del 2016 siano state manomesse.

Il sogno di Tokyo 2020 era ormai tramontato, ma poi è arrivato il rinvio a causa del coronavirus. Lo stesso virus potrebbe però anche rallentare il suo processo a Bolzano, che ormai è l’ultima chance per un lasciapassare per un ritorno alle gare.

(di Stefan Wallisch/ANSA)