Effetto Covid-19 nel carrello spesa,+7% in tre mesi

Signore fanno la spesa nel super mercato.
Signore fanno la spesa nel super mercato. (ANSA)

ROMA. – È l’effetto Covid-19 a dettare legge nel carrello degli italiani nei primi tre mesi del 2020. La spesa cresce del 7% su base annua, mettendo a segno la variazione più forte degli ultimi dieci anni dovuta alle restrizioni imposte per fronteggiare il diffondersi del coronavirus in tutto il territorio nazionale dalla fine di febbraio.

Quanto ai tre prodotti super star sono le uova con vendite record del 14%, gli oli dell’8% e le farine del 36% con punte del 160%. Non sono mancati i prodotti comfort come le patatine e la cioccolata che, favorendo lo sviluppo di endorfina e dopamina, hanno compensato le carenze di socialità.

É quanto emerge dal report Ismea sui consumi del trimestre che, dopo un timido +0,4% registrato lo scorso anno, potrebbero mantenersi sui livelli del +5%. Decisivo è stato l’effetto scorte di marzo con un aumento del 18% dei consumi che ha dato slancio a tutto il trimestre.

A fare da traino, segnala il report, sono i prodotti confezionati con +9,7%, che nel solo mese di marzo hanno registrato incrementi del 20%; bene anche gli sfusi con +1,1% con punte del 9%.

A perdere posizioni nel carrello in fase di emergenza sono le bevande che, pur aumentando del 5,2% su base annua, crescono molto meno rispetto ai generi alimentari. A crescere sono tutti i comparti, con incrementi di spesa che vanno dal 4% al 14%.

Se brillano uova, oli e derivati dei cereali, sotto la media ci sono i vini (+4,2%) e i prodotti ittici (+4,3), malgrado le conserve ittiche a partire dal tonno in scatola siano stati gettonatissimi ad inizio emergenza con incrementi settimanali del 20%.

Un effetto scorte che si è sentito anche per le vendite di pasta (+17%), riso (+20%)e conserve di pomodoro, andando a penalizzare i prodotti ad alta deperibilità all’interno degli stessi reparti di ortofrutta e quindi più arance, mele, patate e carote e meno fragole, insalate e asparagi.

Un fenomeno analogo ha riguardato il lattiero caseario, dove i formaggi industriali hanno vinto sulla ricotta e il latte Uht (+12,4%9 sul fresco; stessa cosa per i surgelati (+8%) che a volte hanno battuto i prodotti freschi, soprattutto pesce e pizze ma anche ortaggi.

Quanto ai canali distributivi preferiti, a farla da padrona sono la spesa online con consegne in aumento del 160% su base annua e i punti vendita di ridotte dimensioni dove le vendite sono schizzate del 40%.

(di Sabina Licci/ANSA)

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