Mai così male Pil eurozona, crisi stravolge le stime Ue

Grafica Mes Coronabond.
Grafica Mes Coronabond. (ANSA)

BRUXELLES.  – La pandemia riporta il segno meno in tutta Europa, e le prime previsioni economiche di Bruxelles dallo scoppio dell’emergenza sanitaria descriveranno gli effetti sul Pil di una crisi più profonda di quella finanziaria di dieci anni fa.

Tutti sono pronti al peggio, cioè a vedere la crescita precipitare nell’Eurozona fino al -8% e nella Ue al -7,5%, come già aveva predetto il Fondo monetario internazionale qualche settimana fa.

Per l’Italia il tonfo dovrebbe aggirarsi tra il -9,3% e il -9,4%, ma c’è anche chi starà peggio, con un crollo fino al 10%. C’è, però, anche chi starà meglio e vedrà il proprio Pil calare “solo” del -5%: ed è su questa differenza, dovuta stavolta a fattori esogeni e non strutturali, che la Commissione europea cercherà di far leva per convincere le capitali a darle carta bianca su Recovery plan, Recovery fund e bilancio Ue.

Un forte piano europeo per la ripresa allenterebbe anche la pressione sulla Bce, che con i suoi massicci acquisiti di titoli sta aiutando i Governi dell’Eurozona ma che ora dovrà darne conto alla Corte tedesca.

É da giorni che i commissari insistono a portare alla luce il grande rischio di questa nuova crisi: la frammentazione del mercato unico. Se l’argomento solidarietà è stato efficace in campo sanitario, in quello economico non ha avuto molto seguito.

Per questo la narrativa della Commissione è cambiata: avere un mercato unico con grandi disparità tra gli Stati non conviene a nessuno, perché danneggia l’export e il commercio di tutti.

Le previsioni economiche di domani illustreranno le profonde differenze che si creeranno quest’anno nell’Unione anche a causa della diversa risposta economica che i Governi sono stati in grado di dare: la Germania, con ampio spazio di bilancio, ha potuto sfruttare più di tutti le aperture di Bruxelles sugli aiuti di Stato, pompando liquidità nella sua industria ad un ritmo molto più serrato rispetto a tutti gli altri.

É proprio per aiutare chi non ha avuto questa possibilità che la Commissione vorrebbe mettere a punto un piano per la ripresa con un forte carattere redistributivo, basato per metà sui prestiti e per metà sulle sovvenzioni a fondo perduto, necessarie proprio a chi non può permettersi di aumentare il proprio debito ulteriormente.

Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri auspica un Recovery fund “disponibile già nel 2020 e finanziato con risorse comuni europee attraverso l’emissione di titoli comuni”. É a quello che lavora Bruxelles, con l’obiettivo di presentare una proposta accettabile da tutti tra un paio di settimane al massimo.

Il piano non è di facile costruzione: deve accontentare chi vuole prestiti e chi sovvenzioni, chi vuole tagliare il bilancio Ue e chi lo vuole aumentare, chi lo vuole subito e chi assieme al prossimo quadro finanziario 2021-2027.

Per aiutare i colpiti della zona euro, la Commissione starebbe pensando di dare un ruolo anche a quello che resta dell’idea di bilancio della zona euro, ovvero lo strumento per la convergenza e la competitività (Bicc), che doveva nascere all’interno del nuovo bilancio Ue.

É attraverso il Bicc che potrebbero arrivare le sovvenzioni chieste a gran voce da Francia, Spagna e Italia.

Gualtieri spiega che da tutte le misure europee l’Italia potrebbe ricavare circa 200 miliardi di euro. Ma sui tempi, ancora c’è incertezza. Su Sure, il meccanismo che rimpolperà la cassa integrazione, mancano i regolamenti, e non è chiaro se arriveranno entro fine mese.

Il Mes sarà sul tavolo dell’Eurogruppo l’8 maggio, oggetto di un nuovo braccio di ferro sui dettagli tecnici. Gualtieri assicura che vigilerà “sull’assenza di condizionalità al di fuori dell’uso per spese specifiche”. Mentre l’Olanda si batterà per avere un monitoraggio rigoroso e prestiti a breve scadenza.

(di Chiara De Felice/ANSA)