ROMA. – Depressione, paura del futuro, preoccupazioni per i figli, ma anche tensioni in famiglia e vere e proprie crisi di panico. Circa 30.000 chiamate in una settimana, provenienti da tutta Italia, sono arrivate al Numero Verde di supporto psicologico messo in campo dal Ministero della Salute e dalla Protezione Civile per aiutare i cittadini nell’emergenza Covid.
Più donne che uomini, molti anziani, pochissimi adolescenti, parecchi adulti. “Questi volumi molto alti mostrano che è stato intercettato un aumento importante del bisogno di sostegno, che va di pari passo a un aumento di ansia e solitudine causati dall’emergenza coronavirus”, spiega all’Ansa Maria Assunta Giannini, psicologa e psicoterapeuta, dirigente del Ministero e responsabile tecnico-scientifico del progetto.
Secondo i dati di un’indagine condotta dall’Istituto Piepoli per il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (Cnop), il 62% degli italiani pensa che avrà bisogno di un supporto psicologico per affrontare il ritorno alla normalità, dopo i due mesi di lockdown.
Una percentuale molto elevata, considerando che nelle ricerche precedenti solo il 40% dichiarava di essersi rivolto a uno psicologo. A questo bisogno diffuso si è voluto andare incontro creando un numero telefonico gratuito, 800.833.833, attivo tutti i giorni dalle 8 alle 24, grazie al contributo di 2.500 psicologi e psicoterapeuti volontari.
A ricorrere al servizio, partito lunedì 27 aprile, sono finora molti over 65, tristi protagonisti di questa pandemia: nonni che non possono vedere i famigliari o anziani che temono un aumento dei contagi nella Fase 2. Tante telefonate arrivano anche da lavoratori in preda alla paura del futuro e al timore di perdere la propria attività o da persone che vedono riacutizzarsi situazione familiari di stress e tensioni pregresse.
“In generale – sottolinea Giannini – i sentimenti principali che ci comunicano, e che chiedono di essere aiutati a padroneggiare, sono ansia, depressione, senso di impotenza. Chiamano madri preoccupate per figli giovani, magari problematici o con dipendenze. Così come donne che chiedono aiuto per episodi di violenza in famiglia, e in questo caso le mettiamo in comunicazione con il 1522.
Non mancano situazioni psicopatologiche più serie, che richiedono l’intervento dei servizi territoriali per fornire un aiuto farmacologico. In alcuni casi è stato richiesto il supporto del Numero Verde anche per emergenze come minacce di suicidio, e si è intervenuti in sinergia con le forze dell’ordine per scongiurare il rischio”.
La particolarità inaspettata è che molti cittadini, dopo la prima chiamata, desiderano proseguire i colloqui, ovvero si avvalgono anche della possibilità di effettuare quattro sedute telefoniche gratuite con psicoterapeuti (assistenza di secondo livello). “Questo – conclude Giannini – dimostra un desiderio di andare a fondo, e lo notiamo anche da parte di chi prima non era mai andato da uno psicologo”.
(di Livia Parisi/ANSA)